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IL GENERALE SCIUMBATA

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Il generale Sciumbata  nacque a Savelli (KR) il 10/1851 da Antonio, oriundo di Rizzuti, frazione di Colosimi (CS) e da Margherita Tallarico, anche lei cosentina. Antonio Sciumbata, padre del generale, era fattore del Barone Ferrari. Frequentò il ginnasio a Scigliano (CS), il liceo a Cosenza e l'Università, facoltà di medicina, a Bologna. Chiamato alle armi ancora studente, quand'era sergente, laureatosi volle continuare la sua attività di medico nell'esercito e durante la guerra d'Africa del 1896. Col grado di capitano fu capo reparto (primario) del reparto di chirurgia dell'Ospedale Militare di Napoli: Durante la guerra del 1915/18 raggiunse l grado di Tenente generale Medico e capo della Sanità Militare Italiana. Ricordo dei Caduti per la Patria. La Grande Guerra: 1915/18 Comune di Savelli (Un bellissimo e prezioso ricordo dei reduci e dei caduti della Prima Guerra mondiale. Ogni Comune del Regno d'Italia, credo, ne dovrebbe avere una copia. Ingrandendo l...

"IL SAVELLESE": il miracolo di un giornale

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Nell'estate del 1977 e del 1978 l'argomento di cui si parlava spesso, durante le ferie, era la necessità di creare un collegamento fra i vari gruppi di emigrati sparsi in Italia, in Europa e oltre Oceano Stava nascendo l'esigenza di scambiarsi notizie, di creare un legame con il Paese, ma non doveva essere una mera operazione di nostalgia.  Per affrontare al meglio questo progetto ci furono degli incontri preparatori, come il convegno dei Savellesi di Torino tenutosi a Chiavari (GE) nell'autunno del 1978, con l'obiettivo di prendere contatti con gli emigrati in Liguria, in Toscana, in Piemonte.  Nello stesso anno, 1978, si costituì, nel milanese, il Circolo culturale-ricreativo  "Sila Grande", aperto a tutte le persone provenienti da questo territorio che ribadiva l'importanza di un giornale come organo di collegamento di una comunità sparsa per il mondo.  L'iniziativa, partita dal Prof. G. B, Maone , fu accolta con entusiasmo da tutti che non fe...

U BANDISTA

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"U Bandista" ( o" jettabandu")  era la persona che ,  attraverso il pubblico bando, trasmetteva a voce, gridando, le Ordinanze dell'Amministrazione Comunale, comunicazioni, eventi, decisioni o informazioni  di ciò che si vendeva in Piazza. Aveva un ruolo importante nella comunicazione pubblica, in particolare in un periodo in cui la diffusione delle informazioni era limitata e molte persone non sapevano leggere. In assenza di altri mezzi di comunicazione era l'unico modo per avere informazioni sulla vita del paese; la sua era una funzione sociale. U bandista (immagine da web) Ogni paese aveva il suo banditore, una figura caratteristica, dipendente comunale, che, con la sua trombetta e cappello municipale, aveva il compito di "jettare u bandu" ("buttare il bando") e comunicare le informazione che gli venivano prescritte. U bandista (Immagine dal web) Oltre alle comunicazioni comunali, aveva anche il compito di offrire il suo servizio ai ...

E LAVANDARE

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   Il ruolo delle donne nell'economia del nostro paese è stato fondamentale; la maggior parte, una volta, veniva avviata ad acquisire tecniche di economia domestica per poter diventare buone mogli e buone madri. Fino agli anni sessanta del secolo scorso la donna ha mantenuto questo ruolo; da quel periodo in poi è partito il seme del cambiamento e, con l'accesso all'istruzione, si sono aperte nuove prospettive. Pur dedicandosi  principalmente alla famiglia, la donna partecipava anche al lavoro nei campi, lavorava al telaio, ricamava  ecc... Una delle categorie di lavoratrici abili, forti che ben sopportavano la fatica era quella delle lavandaie ("e lavandare") che, con un modesto guadagno, contribuivano, in quei tempi difficili, al mantenimento della famiglia.  Con l'arrivo della stagione estiva  le lavandaie si recavano presso la Fiumarella, Lese, Senapite , fiumi nel territorio savellese ma distanti qualche chilometro dal paese, a lavare i panni, a curare...

L'UOSSU RO PUORCU

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Fino agli anni '50/60 del secolo scorso nel nostro paese c'era una moltitudine di bambini di tutte le età e per loro non mancavano i passatempi, i giochi che, per quanto semplici, offrivano l'opportunità di trascorrere momenti di divertimento all'aperto e di socialità. Erano giochi basati sulla destrezza, sull'agilità, sul movimento, sulla coordinazione, sulla velocità. L'importante era stare insieme, condividere e socializzare nei vicoli del paese, nelle piazzette. Nel nostro paese di montagna, la primavera faceva dimenticare subito il lungo e freddo inverno; invogliava tutti a cercarsi, a stare insieme, a inventare passatempi o a recuperare i giochi dei nostri genitori e dei nostri  nonni. La " ruga " era il ritrovo di tutti, dei ragazzi e delle ragazze, la strada era l'ambiente ideale per ritrovarsi. Si giocava:  - "alla mazza e allu trugliu" (alla lippa) - " alle petre 'ncannate " (quattro cantoni) - "allu quatrett...

LA RISCOPERTA DEI SOPRANNOMI E DEI PROVERBI

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L'iniziativa di un gruppo di persone che, spontaneamente, nell'estate 2024 ha abbellito la   "ruga"  di largo Cupido con tegole dipinte  ("ciaramieli" ) su cui c'erano riportati   "paranumi"  e proverbi,  è da elogiare.  Ho già fatto un articolo con la storia e origine dei soprannomi . Se la curiosità o altro spinge il lettore ad avere qualche notizia sul suo soprannome o a conoscere quali erano quelli usati fino agli anni sessanta, può consultare l' ELENCO DEI SOPRANUMI   SAVELLISI Le tegole appese al muro, vicino alle porte di casa, raccontano la storia di quella casa, di quella famiglia, i sacrifici delle persone che l'hanno abitata e, anche se la porta è chiusa, manda messaggi di operosità, di fatica, di convivialità. I proverbi, tramandati in forma scritta o orale, sono frutto della saggezza popolare e caratterizzano un popolo e un territorio.  Con poche parole fanno capire lo stile di vita, usi e costumi e modi di vivere di un pop...