MEZZOCAMPO
Mezzocampo è una località che si trova a circa nove chilometri da Savelli, si raggiunge percorrendo la strada nazionale 108-ter Silana Cariati. Dopo la Fontana del Ponte dei Pesci si percorre una strada sterrata e tortuosa lunga circa 2,5 km. Attualmente esistono due edifici di cui uno è la chiesetta, dedicata al Sacro Cuore ed alla Madonna, situata nei pressi di una fontana.
Oggi è una località frequentata dai gitanti per fare le scampagnate e da qualche escursionista. Una volta era villaggio con strutture abitative per operai e uffici visto che vi venne impiantata la prima Segheria dalla Società Straziota.
Qui di seguito, in sintesi, la sua storia:
- Prima segheria in località Girone Ferrari intorno 1914 gestita dalla Società Straziota.
- A causa della scelta sbagliata del primo sito, la Segheria viene trasferita a Mezzocampo anche perchè qui i pini erano sul posto.
- Allacciamento alla strada nazionale 108 molto difficoltoso. Tutto riesce con l'aiuto dei prigionieri austriaci della 1^ Guerra Mondiale. Per raggiungere il posto di lavoro bisognava fare nove chilometri a piedi sia all'andata che al ritorno. Chi faceva il secondo turno smetteva alle nove di sera. Quindi le difficoltà non erano poche. In seguito si fece uso della bicicletta e poi introdotto un servizio navetta con autocarri.
- Inizi anni '20: la gestione passa alla Società Fiumana, direttore tale Zoldan, friulano. Si conclude il trasferimento degli impianti a Mezzocampo.
- Inizi anni '30: la proprietà passa alla Ditta Ettore Nasturzio (genovese).
- Strada scomoda, niente camion, difficoltà per il trasporto del legname. La nuova Società, più ricca e illuminata, pensa di costruire una Teleferica da Mezzocampo a Cariati. Funziona con poca forza motrice e supera un dislivello di 1550 m. E' un congegno costituito da una grossa fune portante sulla quale scorrono carrelli entro cui si possono trasportare, via aerea, i prodotti della segheria. Arrivato sulla riva del mare di Cariati, il legname viene imbarcato su barconi e poi sulle navi. Lavoro celere e poco costoso.
- Poi, per qualche difetto e per il percorso troppo lungo, il terminale viene impiantato a Campana. In questo modo la teleferica dura fino al 1939/40. In seguito viene soppressa e smontata
- Tolta la teleferica, il legname viene trasportato da autotreni, i cosiddetti "Trero" (3RO) della Lancia, che rendono il servizio più economico e vantaggioso, anche per il miglioramento delle strade.
- La nuova proprietà, con la ragione sociale "Segherie Ettore Nasturzio-Genova", continua il lavoro anche durante la 2^ Guerra Mondiale.
- Nel '43/44 vengono modificati gli impianti e il lavoro aumenta.
- Più di 200 lavoratori vengono occupati nella Segheria. L'organizzazione del lavoro è migliorata, si formano le commissioni di fabbrica.
- '45/46: Ulteriore ammodernamento dell'impianto con una nuova macchina detta SEMIFISSA, che produce energia elettrica utilizzando i rifiuti della lavorazione, sostituendo così le macchine a vapore (le locomobili) vecchie e costose. Ultimati i lavori, la SEMIFISSA alimenta le macchine della segheria e dà luce ai piazzali, alle baracche degli operari, alle abitazioni dei dirigenti e agli uffici.
- Agli inizi del 1947, non se ne conoscono le ragioni (personalmente penso per ripagare i danni di una guerra persa e quindi per rifornire gli alleati di legname), la segheria passa alle dipendenze delle truppe Angloamericane per la durata di circa due anni.
- Successivamente, le redini ritornano al vecchio proprietario Ettore Nasturzio, sotto la direzione di Umberto Bruzzone coadiuvato dal nostro concittadino Luigi Scarpino.
- La segheria viene chiusa definitivamente il 1952 e smantellata dal vecchio proprietario.
- In seguito la proprietà del Cavaliere Caligiuri viene venduta allo Stato, poi passa alla Regione Calabria che, a sua volta, l'affida alla Guardia Forestale dello Stato per la tenuta e la sorveglianza di tutto il territorio.
Purtroppo sono non mancati gli incidenti anche gravi:
- Nel 1928 muore una donna, addetta al trasporto della segatura. Pare che la donna fu presa dalle gonnelle dal volano che faceva funzionare le 7 macchine seganti dette "FURGATTE".
- Inizi anni '30: l'operaio Luigi Tallarico "Campiune" viene travolto da un tronco caduto dalla "tradotta"(vagone addetto al trasporto dei tronchi). I vagoni vengono dall'alto, una volta scaricati, vengono portati su, nel punto di caricamento, dai buoi.
- Muore anche un meccanico montatore genovese durante il montaggio della Semifissa.
- Durante la gestione Angloamericana (fine anni '40) muoiono anche due lavoratori savellesi: Marasco Luigi (detto Gigino) che abitava nel rione Scigallu (zona sud-est di Savelli), Fazio Francesco (Rasieru) e un soldato, tale Trevisan. Si salva soltanto Ruggiero Gabriele. L'incidente avviene perchè il camion è andato fuori strada.
Quanto sopra riportato, è frutto di una ricerca nei testi scritti da G.B. Maone e da Gino Gentile, studiosi attenti di "cose" savellesi; mentre le foto, non sempre qualitativamente soddisfacenti, sono in parte ricavate dai testi di G.B. Maone e in parte ricavate dalla raccolta personale.
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Il Piazzale di Mezzocampo, sullo sfondo le baracche degli operai e degli uffici |
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Il legname proveniente dalla Sila con la Teleferica, sulla spiaggia di Cariati |
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1934 - Operai savellesi |
Molto interessante la tua ricerca sulla segheria.
RispondiEliminaComplimenti vivissimi per aver ricordato questa attività e questo luogo. Forse ci sono stato, se ci incontreremo a Savelli faremo una escursione in loco. Sarebbe anche interessante fare un parallelo con la situazione attuale, foto e se l'attività è stata abbandonata o prosegue. Ciao e a rivederci. AAR
RispondiEliminaOttimo, chiarissimo riassunto; grazie!
RispondiEliminaMi permetto aggiungere che tra gli incidenti sul lavoro vi fu, nel 1930, quello capitato ad Antonio Spina (mio zio), che perse una gamba (per cui dopo lo chiamarono Gambardella) ed in seguito fece il barbiere.
Hai ragione. Questa notizia la sapevo perche' è stato il mio parrucchiere e un assiduo cliente dell'osteria di famiglia. È stata una dimenticanza. Grazie per il contributo.
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