LA FESTA DEI SANTI PROTETTORI
"28-29-30 Giugno POSTO OCCUPATO" questa era la scritta, attaccata dagli ambulanti sui muri del Corso (via Roma), che noi bambini vedevamo molti giorni prima della Festività dei Santi Protettori Pietro e Paolo. Era l'annuncio che stava arrivando la Festa più importante del paese. Guardavamo questi cartelli con molta curiosità e interesse perchè avevamo la conferma che i giochi, le attrazioni e le solite bancarelle sarebbero state ancora presenti anche in questa ricorrenza.
Si racconta che il nostro paese, essendo nato da poco, non avesse i protettori. Allora i nostri antenati organizzarono una spedizione e rubarono le statue dalla chiesa di Campana. Il colpo riuscì perchè i Campanesi, per invocare la pioggia, a causa di una lunga siccità, esposero i Santi per più giorni al sole cocente mettendo sulla loro bocca sarde salate, affinchè anche loro sentissero la necessità di bere. A questo torto i Campanesi, gabbati, non reagirono.
Ai due Santi non si riconoscono poteri particolari. Soltanto a coloro che nascono il 30 giugno ( festività di San Paolo), secondo la credenza popolare, viene riconosciuta una particolare virtù di saper catturare i rettili e renderli inoffensivi Mentre coloro che frequentano la campagna nei periodi estivi invocano San Paolo per essere preservati dal pericolo.
Per organizzare la Festa veniva designato un Procuratore e un Comitato con i quali ogni savellese cooperava per la riuscita della Ricorrenza.
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1949 - Comitato organizzatore della Festività dei Patroni San Pietro e San Paolo |
La Festa era una caratteristica Sagra Paesana: Banda con cantanti, "Fruguli" (fuochi artificiali), tiro al bersaglio, fiera, "a ntinda" (l'antenna =albero della cuccagna). (1)
Il paese era letteralmente preso d'assalto da migliaia di forestieri, da parenti e da amici dei paesi vicini. Era l'occasione per celebrare nozze, battesimi, fare contratti, dirimere controversie. Questo travaso di popolazione, avveniva ,in senso inverso, durante i festeggiamenti di San Vito a Verzino e di San Leonardo a Castelsilano.
La parte culminante della Festa era rappresentata dalla Processione nella mattinata del 29 Giugno a cui partecipava tutta la popolazione che per l'occasione sfoggiava gli abiti migliori.
Anni '50 - Processione in via Marina nei pressi ex Pizzeria "Le Scalette".
La processione, preceduta dal Portatore dello Stendardo (2) e dalla Banda Musicale (Inizialmente quelle di Savelli, poi quelle di Gioia del Colle e di Acquaviva delle Fonti) percorreva le vie principali del paese. Sui Santi venivano lanciati fiori e grano; le Statue venivano fatte sostare nei pressi delle case e ricevevano banconote che i fedeli attaccavano ai vestiti dei Santi. Altri soldi arrivavano dagli "americani" e dagli "emigrati" che si ricordavano dei Santi Patroni.
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1999 - Rientro in Chiesa dalla Processione, Parroco Don Pietro Pontieri |
La mattinata si chiudeva con uno dei pranzi più vari e abbondanti dell'anno. Per la presenza di ospiti, vino, birra e bibite varie venivano consumate in gran quantità. (Un anno furono venduti 30 ettolitri di vino e macellati 200 grossi agnelli).
Il pomeriggio del 29 Giugno partita di calcio che ,seppur amichevole, era caratterizzata da toni agonistici molto sentiti e da una presenza di un pubblico numeroso e partecipe. Dopo di essa la popolazione si riversava lungo il Corso (oggi Via Roma) per acquistare utensili vari, casalinghi, attrezzi da lavoro, capi di abbigliamento ecc...
Tante le bancarelle con giochi e attrazioni per la gioia dei ragazzi e degli adulti. Acquisti e giochi continuavano anche nella giornata del 30 Giugno.
I Giochi, le attrazioni e le bancarelle che io ricordo sono:
- "a ntinda" (albero della cuccagna, installato in piazza Precone, partecipavano gli adulti. Per vincere i premi, bisognava raggiungerli e toccarli con la mano);
- tiro al bersaglio (si svolgeva dietro al Cimitero, vicino al Boschetto. Vi partecipavano i cacciatori savellesi e dei paesi vicini. Al vincitore veniva dato un premio in denaro);
- corsa dei sacchi (al vincitore veniva dato un premio in soldi o in natura);
- la corsa degli asini ( al vincitore veniva dato un premio in soldi o in natura);
- i giochi popolari che si svolgevano in piazza, sul palco, il 30 giugno;
- "a palumbella" (collocata fra le scale della chiesa, dove attualmente c'è una porta. Partecipavano gli adulti perchè era pericoloso per i ragazzi);
- Gioco dei dadi (solo per gli adulti perchè si usavano i soldi);
- "A palla pazza " (gioco simile alla roulette anch'esso per adulti);
- il gioco dei "piombini" (gioco per tutti. Si doveva colpire, sparando dei piombini, una ruota numerata che girava e si vincevano tante caramelle corrispondenti al numero che era stato colpito);
- Il gioco delle carte napoletane (alcune carte napoletane incollate lungo la circonferenza di una ruota che si faceva girare... , simile alla roulette. Si giocava con i soldi,)
- da ricordare anche:
-"Nicolino Zanzarotto" con le sue bambole. Una riffa dove si vincevano delle bambole con i riccioli biondi/neri e vestiti coloratissimi. Oggetto del desiderio negli anni 50/60, una volta vinta, veniva esposta in camera da letto. Nicolino posizionava il suo stand sotto casa di Umberto Rossini;
- le scarpe di "Combariati", originario di Mesoraca/Petilia Policastro;
- l'abbigliamento dei "Giorgi", originari campani, la cui bancarella, fornitissima di vestiario, occupava tutto il lato del muro della Chiesulella. Quest'ultima, come le altre bancarelle, sempre presente durante le festività patronali;
- le bancarelle dove si vendevano oggetti per la casa (piatti, bicchieri, stoviglie ecc..);
- le bancarelle dei dolci di Soriano;
- le bancarelle degli attrezzi che servivano per la campagna;
- le bancarelle dei tessuti.
I mercanti, provenienti da vari luoghi, si fermavano per tutta la durata dei festeggiamenti e dormivano all'aperto vicino alla loro mercanzia.
La Festa veniva allietata dai "fruguli" (fuochi pirotecnici) della ditta Speziale di Castelsilano ("u frugularu ru Casinu"). Gli spari avvenivano nei pressi della casa della Rijilla - Tubo, mentre la gente si accalcava nei pressi della Fontana Nuova per assistere. Lo spettacolo era assicurato, la parte finale faceva tremare le case e illuminava tutto il paese. A festa finita, spesso, bisognava scendere lungo i pendii della Fontana Vecchia per spegnere i fuochi creatisi.
Dopo gli anni '70 è stata la ditta Celico di Terravecchia che si è dedicata all'arte pirotecnica ed ha allietato le feste dei paesi del circondario.
Insomma una vera e propria Fiera, una vera Festa di Paese che coinvolgeva tutta la popolazione e tutto il circondario.
C'è un canto religioso dedicato ai Santi Protettori di Savelli del quale se n'è persa la memoria.
Per i savellesi acquisiti propongo la traduzione:
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anni '90 - San Pietro e San Paolo all'interno della Chiesa Madre |
A SAN PIETRU E SAN PAULU
San Pietru, mio rivinu,
Tu si' papa e principinu,
E lli chiavi le tieni forte,
O San Pietru , ne ràpari le porte,
San Paulu gloliusu,
Chi la fire n'ha' runatu,
Mo chi sini 'ntra li biati.
Simu forti e cunsulati.
A SAN PIETRO E A SAN PAOLO
San Pietro, mio divino,
Tu sei papa e principino,
E le chiavi le tieni forte.
O San Pietro , aprici le porte,
San Paolo glorioso,
Che la fede ci hai donato
Adesso che sei fra i beati,
Siamo forti e consolati.
HAI UN RICORDO PARTICOLARE DELLA RICORRENZA?
RACCONTALO NEI COMMENTI.
(1) a ntinda = L'albero della cuccagna (un pino alto circa 10 metri) veniva portato dalla Sila in paese e piantato in piazza, Prima di issarlo, veniva reso liscio e abbondantemente cosparso di sego. In cima, ben distanziati, venivano appesi i premi: caciocavalli, prosciutti, pacchi di pasta, bottiglie di liquore ecc. Non era un'impresa facile salirvi !
(2) Lo Stendardo - Per antica consuetudine , prima della processione si mandava all'incanto lo stendardo (lunga pertica di 7/8 metri, diametro 8/10 cm.). Chi vinceva l'incanto, con l'offerta di una maggiore quantità di grano, aveva l'onore di portare la pesante pertica con la punta dorata. Il portatore- giocoliere precedeva la processione e dava dimostrazione delle sue abilità con volteggi e prove di equilibrio. Gli ultimi "giocolieri" dello stendardo furono: Levato Salvatore ( "Fiosco") e Rizzo Salvatore ("Bersagliere").
Grazie Piero. Alcuni ricordi sono ancora nitidi: i primi botti “ colpi scuri” che annunciavano il giorno di festa e il primo giro mattutino della Banda che mi svegliava con allegria. Aggiungo un altro piacevole ricordo che dava valore all’accoglienza: a pranzo con noi i miei nonni invitavano sempre “nu sonature” della banda. Ricordo anche la sera quando la banda ci accompagnava alla Fontana Nuova per godere dello spettacolo pirotecnico. E come non ricordare tutte le bancarelle che riempivano le strade del paese e con mamma, puntualmente, andavamo a comprare le stoffe per nuovi vestiti che ci avrebbe cucito. Per ultimo però ricordo un anno particolare quando l’arrivo di un acquazzone portò via utensili e giocattoli dalle bancarelle
RispondiEliminaTempi meravigliosi ormai passati , ci rimane solo il ricordo con immensa nostalgia.
RispondiEliminaMena Tallarico
Ricordo benissimo la festa dei nostri protettori. Si aspettava con ansia che arrivassero i "herari".I maschietti ricevevo in regalo una palla di gomma, che dopo pochi giorni finiva nelle mani di zu Luiginu a guardia municipale ca ccu lu curtelluzzu ,sempre in tasca ,la squartava. Alle bambine la bambola. Durante l'anno ,noi bambini si andava in giro a raccogliere ferro vecchio e alluminio,che vedavamo ai "Quararari di S. Giovanni in Fiore a 5 e 10 £.Era una festa che tutti aspettavamo con ansia. Era l'occasione per avere qualcosa e festeggiare. Ricordo anch'io quel grosso temporale che con tanta acqua e grandine ha mbiatu e bancarelle a gorna appendinu con tutta la mercanzia . Bellissimi ricordi. Gino Mazzei
RispondiEliminaCon i vostri commenti avete arricchito l'articolo. Grazie.
RispondiEliminaGrazie carissimo..... Quanta gente che ora non c'è più..... Quanti ricordi.....
RispondiEliminaNella
Indipendentemente dalla veridicità della "ruberia" è ipotizzabile che la scelta di S.Pietro e Paolo quali Santi protettori, abbia voluto essere un ulteriore omaggio alla feudataria "romana" Carlotta Savelli. La circostanza che anche i Santi protettori di Roma siano S. Pietro e Paolo, mi sembra più di una coincidenza!
RispondiEliminaIpotesi verosimile. Da tenere in considerazione.
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