DONNU PEPPUZZU

Voglio ricordare un personaggio un po' particolare che la storia locale ci tramanda come un tipo diciamo "originale". "Donnu Peppuzzu", un sacerdote che, forse non tutti conoscono, ma che, attraverso gli avvenimenti da lui vissuti e i fatti appresi da altri, ha avuto la possibilità, seppur nella sua triste condizione, di poterli raccontare attraverso i suoi scritti. 

Queste annotazioni hanno permesso ai nostri storici Periche Maone e G.B. Maone di avere un punto di partenza per la ricostruzione della Storia del nostro Paese. In particolare i suoi racconti ci  hanno permesso di conoscere come era la vita di Savelli nel periodo che va dal 1860 al 1870. (2)

I fatti non sempre sono cronologicamente perfetti perché sono stati scritti in carcere, un "luogo privo di libri e di notizie", ma assicura che sono stati raccontati secondo la tradizione con notazioni e interpretazioni anche se a volte errate.

Don Giuseppe Martino Rotundo, conosciuto dai savellesi di allora con nome affettuoso di "Donnu Peppuzzu", nacque a Savelli l'11 settembre 1828 da Valerio e da Giuseppina Rotundo e qui morì l'1 Marzo 1894, all'età di 65 anni.(3)

In età matura partecipò agli avvenimenti che precedettero e seguirono l'Unità d'Italia e anche lui, come altri, mescolò la passione politica con gli interessi privati. 

Visse in prima persona gli avvenimenti del suo tempo, militò nella parte borbonica e questo lo portò ad essere protagonista delle sue sventure.

Fra l'altro, progettò, insieme ad altri "cospiratori" una marcia su Crotone "per buttare a mare" i Piemontesi. La congiura fu scoperta e Donnu Peppuzzu fu condannato con "un carcere e una mendicità senza fine", fu costretto quindi a vivere di elemosina.

Durante la sua prigionia scrive "Cenni storici della Fondazione di Savelli", un manoscritto con tanti errori di ortografia e di grammatica, nel quale ricorda Savelli come "nostra Patria", chiama "ingrati" i Savellesi, e piange sulla sua vita "sciagurata". 

                                   Da un bozzetto del Generale Medico Vincenzo Spina (1)



Nel suo manoscritto, rivolto ai Savellesi ingrati, scrive:

" ... Sempre adoprai la mia persona a beneficiarvi

per quanto potei, 

sia con denari che scritti.

Di continuo vi difesi contro i prepotenti 

e ne provaste gli effetti di buon esito ..."

 

Poi continuando a raccontare dice: 

" ... Mentre con questa piccola opera

vi faccio vedere e osservare 

che sempre sono tutto amore per voi.

Perciò in segno di mia benevolenza 

vi dedico questo mio piccolo e lieve lavoro 

riguardante i cenni storici di Savelli e mia sciagurata vita ..."(4)


Le Memorie di Donnu Peppuzzu vanno considerate un elemento non certamente di un grande pregio letterario, ma di una certa considerazione storica, almeno per noi Savellesi, perché ci hanno permesso di conoscere: fatti umani personali e non, miserie, tradimenti, fame, inganni di un periodo storico di forti cambiamenti,

Gli avvenimenti da lui vissuti, i fatti, le sventure, la fame, i pericoli, ce lo presentano in modo diverso di come ci è stato dato dalla tradizione che lo ricorda come una persona dedita al vizio, corrotto, incapace al controllo, sregolato, tanto da essere non compianto dai parenti.

Finito il carcere e tornato al paese fu accolto solo dalla sua fedele cagna Tiranna e da un suo amico macellaio detto Pio Nono, che gli forniva la carne a credito.

Visto che il pagamento non sempre era puntuale Pio Nono, rivolgendosi all'amico, gli disse:

"Donnu Peppù, quandu me paghi?"

"Quandu spara a petrangula"

(Quando scatta la trappola)

ovvero

"Quando suonerà a morto la campana" 


Rispose il prete, alludendo al fatto che al prossimo funerale avrebbe avuto la possibilità di guadagnarsi qualcosa, "u murtizzu" (spese per il funerale) e, quindi, avrebbe potuto pagare il suo debito.

Donnu Peppuzzu fa parte di quelle persone non illustri che la memoria popolare ha dimenticato ma che vale la pena ricordare perché, con i suoi racconti, ha lasciato una sua impronta nella nostra storia, pertanto è doveroso tramandare ai posteri la sua figura.


E VOI CONOSCEVATE LA STORIA DI DONNU PEPPUZZU?



Nota 1) - Vincenzo Spina  nacque a Savelli nel 1861. Il  Cavaliere Emilio, suo padre, fu uno dei più rinomati Capitani  delle squadre  Mobili  per la repressione del brigantaggio in Calabria. Finiti gli studi, scelse la carriera militare, arrivando ai gradi più alti. Partecipò alla Campagna d'Africa (1895/96) e fece tutta la guerra del 1915/18. Fu direttore  degli ospedali di militari di Bari e Genova.

 Nota 2) -  Savelli nella Tradizione e nella Storia di Pericle Maone.

Nota 3) - La Memoria di G, B, Maone.

Nota 4) - Manoscritto di Don Giuseppe Rotundo, Storia di Savelli e le sue vicende.

Commenti

  1. Ciao pierino grazie per l impegno che ti prendi a mndarmi tutte queste belle storie buona serata a te e famiglia

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  2. Non conoscevo la storia di Donnu Peppuzzu. Grazie

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  3. Ciao, non conoscevo la vita di Donnu Peppuzzu. Grazie per la documentazione storica.

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  4. Ho letto solo adesso Piero...Gran bella storia da apprendere...Donnu Peppuzzu aveva capito prima di tanti altri quale era la parte giusta...
    Antonio L.

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  5. Ciao Piero, non sapevo la storia di don Peppuzzo ma lo avevo sentito nominare. Grazie per riportare alla nostra memoria queste belle storie.Continua sempre così.
    Mena T.

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  6. Ciao Piero, ti ringrazio molto per quanto ti stai adoperando a tramandarci questi interessanti cenni storici del nostro amato paese e dei suoi personaggi. Un caro saluto a te e ai tuoi familiari.

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