U JUACU RI CUTI
Anche le bambine. oltre al tradizionale gioco della bambola in quel tempo di pezza, avevano il loro giochi:
- il gioco della "matassa" (intrecciare con le dita un elastico);
- U campanaru ( campana):
- il gioco dell'elastico attaccato alle caviglie;
- Tris, ecc..
Giochi, a volte vivaci e di movimento, altre volte un po' più sedentari, che rappresentavano per tutti, maschi e femmine, una valvola di sfogo in quanto ci si allontanava dalla severità dei genitori e degli insegnanti. Era il momento liberatorio, della compagnia, delle "ore felici",
Uno di questi giochi, a cui le bambine si dedicavano molto, era u juacu ri cuti (il gioco dei "cuti": il gioco dei 5 sassolini), noto in diverse regioni italiane le cui modalità erano pressoché simili.
Si giocava in due o tre bambine, si sceglievano con cura 5 sassolini lisci, si cercava un piano di gioco, un gradino, un tavolo, una panca su cui giocare.
Il gioco richiedeva una particolare abilità nei movimenti delle dita e si svolgeva in quattro giocate:
- "Cogli cogli"
- "Lascia e piglia"
- "Il ponte"
- "Voltamano"
Ognuna di esse richiedeva una serie di movimenti e si poteva giocare "alla posta" o "alla libera". Ossia si potevano predisporre i sassolini in un certo ordine o lanciarli a caso. Questo secondo modo rendeva il gioco più difficoltoso.
La sorte decideva il turno del gioco e la giocatrice, in caso di errore, cedeva la mano e riprendeva il gioco da dove aveva sbagliato.
Il gioco iniziava con la scelta del "cap'e cute", il primo sassolino che doveva essere raccattato. La scelta era strategica perché determinava i movimenti successivi. Il sassolino veniva lanciato in aria e la giocatrice, nel frattempo, doveva raccogliere gli altri sassolini sparsi nel piano(1).
Naturalmente vinceva chi sbagliava di meno potendo portare a termine le quattro fasi delle giocate.
Come premio la vincitrice applicava alle sue sfortunate compagne di gioco la "Pirasca", Questo nome pare che derivi dalla fusione di due nomi dialettali "pizzula" e "rasca" (pizzica e graffia).
La bambina sconfitta metteva il palmo della sua mano con le dita aperte sul piano di gioco, vicino alla punta di ogni dito veniva messo un sassolino. La vincitrice effettuava il solito lancio in aria e prima di raccogliere il sassolino dava un pizzicotto alle dita. Ripeteva la procedura dando poi un graffio al dorso della mano.
Erano punizioni simboliche anche perché poi le parti si potevano invertire.
RICORDATE QUALCHE ALTRO GIOCO CHE FACEVANO LE RAGAZZE?
PS: Ieri ho partecipato alla bella iniziativa organizzata da Antonio Tallarico per dare risalto a chi fa/vorrebbe fare dall'interno.
nota 1) La spiegazione completa del gioco su: Savelli nella Tradizione e nella Storia volume secondo di Pericle e Giambattista Maone.
Buon Weekend e complimenti per i giochi delle ragazze. Io non ne ricordo... però ai nostri tempi ricordo che le ragazze iniziavano a leggere i fotoromanzi... buon pomeriggio.
RispondiEliminaTonino
Complimenti e ammirazione per questo se posso chiamarle bellissime storie delle tranzumanze che ricordo anchio che percorrevano salendo dei pressi del cimitero lungo tutta la strada cendrale
RispondiEliminaper potere rangiungere la sila per san Giongiovanni fiore
RispondiEliminaCiao Piero,ricordo benissimo questo gioco, quanto tempo abbiamo trascorso sedute sui gradini freddi a fare questo gioco.Quando ci alzavamo avevamo le coscette anestetizzate dal freddo e nonostante questo non ci ammalavamo mai.Buona serata.
RispondiEliminaMeno
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