U TRAVU
Nel 1966/67 nell'attuale casa di Savelli in cui abito (prima abitavo alla Gorna) furono fatti dei lavori di ristrutturazione perché le pavimentazioni erano obsolete e alcune travi di legno erano ammalorate. Si passò quindi ad una pavimentazione sostenuta con le travi di ferro.
Ricordo bene che quando furono tolte, c'era una trave particolarmente grossa e robusta che attraversava il locale trasversalmente rispetto alle altre travi.
Era "u sarcinaru", quella trave, appunto, che si usava mettere di traverso rispetto a tutta la travatura del pavimento.
Durante il lavoro, mio padre disse ai muratori: "Recuperate una trave in buono stato, tagliatela ad una lunghezza di circa due metri perché questo pezzo deve essere messo accanto al muro, vicino alla porta d'entrata". Così é stato fatto.
U Travu (la trave) c'é ancora, é stato sostituito una sola volta.
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Via Duca degli Abruzzi |
Questa era l'abitudine da parte di coloro che riparavano i tetti o di coloro che cambiavano una trave logorata dal tempo. Una tradizione comune in tutto il Meridione.
Il pezzo tagliato veniva messo su due sassi o su due bocchi di cemento a mo' di piedistallo e collocato vicino a casa per creare un punto d'incontro con i vicini.
"U travu" vicino a casa rappresentava un prolungamento della propria casa, della proprio cucina/soggiorno. Rappresentava un invito a sedersi, "asséttate", oppure un invito a casa "trase" (entra in casa).
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Anni 2000 - Generazioni diverse occupano "u travu" |
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1990 |
Seduti sulla trave si sono consumate le giornate delle nostre nonne/i, fatte di attese, di lavori, di racconti, di compagnia, di relazioni, di relax.
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Inizio anni 2000 |
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"U Travu" alla "Gorna", ormai rione poco abitato. |
"U travu" in una "ruga" (rione), senza volerlo, ha rappresentato un altissimo valore perché è diventato il punto d'incontro delle persone e ha offerto loro l'occasione di potersi vedere, incontrare, raccontare e raccontarsi, nonché poter passare il tempo con cordialità; in particolare in primavera e durante le serate estive.
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1999 - " Travu" in via Roma. |
Col tempo le travi di legno sono state sostituite dai muretti di cemento perché il senso "sacrale" della compagnia, dell'accoglienza, della condivisione e del passare insieme il tempo è rimasto.
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1999 " Allu Timparillu" |
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Il muretto raccoglie le diverse generazioni |
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1992 - Relax di anziani in piazza |
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1979 |
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Inizi anni 60 - Gli anziani raccontano |
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Filatura della lana |
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Fine anni '50 - Anche le caprette facevano compagnia |
In questo contesto si passava il tempo anche parlando di politica locale, delle fatiche in campagna, delle famiglie che erano partite per le Americhe o per il Nord Italia, di calcio.
I muretti, le travi, sparsi nei vicoli del nostro paese hanno tante storie da raccontarci, perché anche le cose raccontano storie.
Storie semplici.
Storie di un Paese.
Storie di un Paese che, col tempo, aiuta a capire il senso delle Cose.
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Via Fontana Vecchia |
Grazie, Pierì, per queste belle pillole storia!
RispondiEliminaQuesto racconto per me il più emozionante.
RispondiEliminaVedere mio nonno luiginu u
"Sciamatu" e lu travu dove con lui e nonna ho trascorso interi pomeriggi a chiacchierare.
Ma il ricordo di tutti i rioni che in questo periodo erano sempre cu li travi pieni di persone soprattutto donne che ricamavano oppure lavoravano con l'uncinetto ( tutte prese dal preparare il corredo) mi fa tanta tristezza perché ora tutti i rioni sono vuoti
Un grande ricordo é la scala vicino la fontanina dove la sera ci trovavamo a chiacchierare e non so a quante persone arrivavamo 15 20 anche più
Lucrezis
Vedere nelle foto,queste persone che non ci sono più fa venire alla mente momenti vissuti.
RispondiEliminaS. Frontera
Contenta di far parte anch'io della seduta sull "u travu" o come da noi detto..su^ll basel
RispondiEliminaUna lombarda
Bei ricordi...
RispondiEliminaE. P.
Grazie ♥️ che bei ricordi
RispondiEliminaAngela Lio
Che belle foto. Bravo Piero. Allu Travu non avevo dato tanta importanza. È proprio vero quello che hai scritto sulla importanza di questi semplici oggetti sede di aggregazione sociale.
RispondiEliminaElena. M.
Complimenti vivissimi al Nostro Blogger Piero che ci ricorda le nostre tradizioni. A proposito dellu travu, ricordo che o in legno, o sulle scalette o sui blocchi in cemento adiacenti alle abitazioni, erano il punto di incontro e socializzazione dei rughitani che stavano ore a chiacchierare specialmente nelle giornate calde. Magari si stava lì e si osservavano le persone che passavano e chissà, ce n'era un po' per tutti. Continua così. Ancora complimenti vivissimi anche per la documentazione fotografica. Buona domenica. Tonino Arabia
RispondiEliminaBellissime foto complimenti e tanta nostalgia di quei tempi grazie
RispondiEliminaMemorie di un paese, a gorna, ruga mia❤️ricordi indelebili. Grazie.
RispondiEliminaChe strano rivedersi in queste foto.... Quanti ricordi....emozionante.
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