"A GAZZOSA"

Non tutti sanno che a Savelli fin dagli anni trenta c'era una fabbrica: la Fabbrica delle Gassose che, sfruttando una delle risorse più importanti del territorio, l'acqua, produceva  gassose e altri tipi di bibite e riforniva così i bar, le osterie del paese e del circondario.

Bottiglie di gassose.
(foto dal web)

L'acqua della Sila, fresca e cristallina, in quel tempo abbondante, ha dato la possibilità di avviare un'attività imprenditoriale significativa. 

La fabbrica delle gassose era gestita dalla famiglia Frontera, comunemente conosciuta con il soprannome di "Savoia" ed era ubicata al piano terra dell'abitazione sita in via Ugo Foscolo, la via che parte da piazza Precone e arriva al rione Gorna.



Al pian terra di casa Frontera era ubicata la fabbrica delle gassose

La prima licenza era intestata all'imprenditore Francesco Frontera "Savoia" che iniziò l'attività negli anni '30.

Venuto a mancare nel 1934, l'impresa continuò con la  partecipava di tutta la famiglia e con la sovraintendenza di "za Mararosa", la moglie. 

Il figlio Umberto era addetto alla produzione mentre Salvatore si occupava del trasporto della merce nei vari paesi e della consegna ai bar e alle osterie del paese e del circondario.

1938
Licenza per la fabbricazione e vendita di acque gassate in bottiglia rilasciata dal Podestà a Salvatore Frontera.


la Ditta Frontera si occupava anche di Autotrasporto e Autonoleggio


Agli inizi degli anni '50 la fabbrica si trasferì in via Leopardi, la via che porta alla "Conca d'Oro", al piano terra della struttura allora adibita ad albergo/ristorante.

Via Leopardi.
La fabbrica della gassose agli inizi degli anni '50 era situata nei locali dove c'è il portone marrone

 

All'interno c'erano grandi e rumorosi macchinari per l'imbottigliamento, dei cilindri al cui interno "ribolliva" l'acqua con l'anidride carbonica e un forte profumo di essenze. 

Si imbottigliano gassose preparate con acqua e con essenza di limone o di caffè, con l'aggiunta di anidride carbonica e zucchero. Venivano prodotte anche bibite al gusto d'arancia, chinotti e una bibita di colore rosso che veniva consumata come aperitivo, "il Cric Frontera".

Le bibite locali facevano concorrenza a prodotti più noti che venivano da altri paesi o da altre regioni.

Le bottiglie venivano sistemate nelle cassette di legno per essere poi consegnate ai vari negozianti,

Per la consegna in paese veniva usato un carretto a pedali, estremamente difficoltoso da gestire per il peso dell cassette e per le strade in salita del paese.


 

Per il trasporto delle cassette di legno con le bibite veniva usato un carretto simile a questo. 
(foto dal web)

Fino agli anni '50 le gassose venivano imbottigliate in contenitori di vetro particolari, la bottiglietta veniva chiusa dall'interno con una pallina di vetro che veniva spinta in alto dalla pressione dell'anidride carbonica.

Era la famosa "gazzosa ccu lla pallina" ("gassosa con la pallina") inventata nel 1872 in Inghilterra. Questo tipo di bottiglia, che aveva all'interno una pallina di vetro, per effetto del gas, saliva e tappava ermeticamente il contenitore.


La bottiglietta di gassosa con la scritta in rilievo "Fontera  - Scalise - Savelli"-
Inizialmente la ditta era cointestata con un certo Scalise, poi fu gestita solo da Salvatore Frontera.


Per aprire la bottiglietta era sufficiente fare pressione con il dito sulla pallina e in questo modo, uscendo un po' di gas, la pallina di vetro scendeva e la bevanda si poteva bere. 


La pallina tappava completamente la bottiglia .
Per bere bastava fare pressione con il dito sulla pallina per farla scendere.
Alcune ditte fornivano un legnetto per poterla spingere in giù 


La strozzatura della bottiglietta serviva ad evitare che la pallina di vetro andasse a finire in fondo al contenitore.


Questo tipo di bottiglia era molto ambita dai bambini di allora, un vero e proprio oggetto del desiderio, non tanto per il contenuto quanto per avere la pallina di vetro.

Infatti, per averla, rompevano la bottiglia e con la biglia di vetro giocavano nei circuiti costruiti a terra da loro stessi. Le bottiglie vuote dovevano essere restituite al fornitore, per questo motivo le cassette di legno, non sempre, venivano restituite complete dei vuoti. 

Il gioco delle biglie.
Quando i giochi bisognava inventarseli.
(foto dal web)

In seguito questo sistema d'imbottigliamento fu abolito per motivi igienici, infatti la polvere che si accumulava nella parte esterna della pallina, cadeva con essa nella bevanda.

Questo ingegnoso contenitore fu abolito agli inizi degli anni '60 del secolo scorso e fu introdotto il tappo a gancio di metallo e di ceramica bianca. Attualmente si usa quello a conchiglia di alluminio.

Bottiglia di gassosa con gancio di metallo, tappo in ceramica e guarnizione in gomma.
Sulla parte superiore del tappo in ceramica c'era scritto:
"Gassosa Frontera - Savelli -"


2021
Umberto "Bebè" Frontera con la licenza intestata al padre
  

L'attività della fabbrica delle gassose Frontera, iniziativa unica per quei tempi e per il nostro territorio, interruppe la produzione delle bibite agli inizi degli anni '80.

---

Conoscere il territorio e "sfruttarne le potenzialità" può portare ricchezza personale e a tutta la comunità. 

Avere delle risorse, non conoscerle, gestirle male o, peggio, ignorarle porta il paese alla decadenza. 

Commenti

  1. Informazioni interessanti, grazie! Mi ha riportato ai ricordi di nostro papà, ci riferiva che suo padre, Pasquale Anania, che sotto l'abitazione in via Roma aveva una bottega di alimentari e vino, rivendeva le gazose "con la pallina".

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  2. Tutto vero, un solo particolare importante vorrei aggiungere. La bottiglia di gassosa in foto (in mio possesso) è datata 1926 con la scritta impressa sul vetro "fabbrica acque gassate "Frontera-Astorino" Savelli (CZ) quindi la fabbrica esisteva già dal 1926 sicuramente. Allora, mio padre non poteva essere in quanto aveva solo 14 anni era mio nonno Francesco (e che dopo alcune mie ricerche ) fece una società con Astorino detto con il soprannome "i Nardu" che successivamente emigrò in America.

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  3. Ho trascorso la mia gioventù a lavorare in questa bella esperienza, e devo dire che non c'era nessun'altra fabbrica nella calabria che poteva fare concorrenza ai prodotti che mio padre ma principalmente mia madre preparava. Fabbrica poi chiusa per volere della grande distribuzione che imponeva laboratori, e macchinari super automatici che una piccola realtà come quella di Savelli è circondario non poteva competere.

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  4. Bellissima Questa bei Ricordi grazie Giuseppe

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  5. Ciao.io.me la ricordo..ricordo Frontera Savoia.
    Angela M.

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  6. Molto interessante, grazie,buon pomeriggio 👋
    T. M.

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  7. IO LO SO, E CIÒ ANCHE LAVORATO, CHE BUONE LE BIBITE E ZA MARIA A CARRONA, SALUTI DA WASCHINTGON
    G. L.

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  8. Sempre Sempre Piero
    G. M.

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  9. Buona domenica, a proposito della Fabbrica Gassose dei Frontera, ricordo che un giorno Mario, il figlio di Salvatore, ci portò a visitare la sede, sotto l'albergo Tiano, dove si producevano le bibite e si imbottigliavano. Poi segui' un generoso assaggio di tutti i prodotti della Fabbrica Frontera.
    Tonino Arabia

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  10. Anche io ho fatto l'assaggiatore grazie a Mario che ci offriva le bibite.
    Poi ero anche cliente della Ditta Frontera perché la mia famiglia aveva l'osteria.
    Vorrei invitare l'autore del commento in cui cita la data 1926 scritta sulla bottiglia di inviarmi una foto su WhatsApp. Se vuole e può.
    Grazie

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    1. Sono Mario Frontera l'autore dei 2 commenti la bottiglia è a Savelli io adesso sono in Tunisia. Avevo tante foto ma ho resettato il telefono e le ho perse. Comunque è datata 1926 con la scritta Frontera- Scalise. La fabbrica dopo si trasferisce in via marconi in un fabbricato costruito ad hoc. E con macchinari semi automatici. E gia le leggi di allora imponevano il rispetto dell'igiene in tutti i componenti. Lavaggio automatico delle bottiglie nastri trasportatori sciroppatrici riempitrici lappatrici tappo corona pastorizzazione dei prodotti. Ero l'unico dei figli che ci ha lavorato insieme a mia madre.

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    2. Ciao Mario, sei in Tunisia?! Tutto bene lì? Un abbraccio!

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    3. Non ti ho riconosciuto scrivimi il nome e cognome e il tuo numero che se yrovo le foto te li mando

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  11. NEGLI 67/68 SE LA MEMORIA NON MI INGANNa io e bebè andavano a farci dei cocktail!Saluti Corrado Maone

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  12. Io e i miei fratelli,abbiamo portato sempre amici all'interno della fabbrica, infatti a secondo della generazione si ricordano delle grande bevute di bibite , per fortuna tutte analcoliche, ringrazio Pierino per l'articolo ,una storia di vita vera .

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  13. Me ricostruito Umbertu " Bebe" Frontera quendu era quatrariallu ca, allu, mparu ra ghiasa, riuscita a caminare cu le mani e le gambe all'aria!

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  14. Sempre encomiabile Pierino per queste interessantissime pillole della ns storia!

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  15. Che meraviglia. Si può trovare ancora una bottiglia come questa? Fatemi sapere. Grazie

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  16. io devo averla una bottiglia con la pallina
    R. R.

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  17. Esattamente . I macchinari erano nei magazzini e vi si accedeva da un corridoio lungo e stretto, un po’ buio. Il titolare era Salvatore Frontera che fu anche Sindaco di Savelli e non solo. Lo vedevo spesso a fianco di Michele Ruggiero pretore . Memoria storica.
    Luigi F.

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  18. A proposito e Umbertu "Bebe" Frontera ( quatrariallu molto sbrinculu ) e' dal 1962 chi ullu vijiu: stari a Savella o e emigratu?

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    1. Sono è vivo a Savelli,dal momento che ricordi con dovizia momenti che quasi avevo rimosso,mi puoi dire chi sei grazie.

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  19. Ricordo questa fabbrica come un sogno. Mi ha fatto piacere riviverlo. Grazie

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  20. Bellissima storia ,
    grazie x averla condivisa con tutti noi 😀

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  21. Ciao Piero, ti ringrazio le tue notizie sono interessanti e particolari. la soluzione del tappo e della bottiglia è veramente unica
    Angela V.

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  22. Qualcuno ha chiesto chi fosse il Podestà nel 1938. Dal 1922 al '43 i podestà che si sono succeduti sono diversi: Francesco Maria Fazio, Francesco Brisuda (Brisinda?), Natj Bruno (notaio), Alessio Giuseppe, Giuseppe Fazio(delegato podestà).
    Non ci sono le date corrispondenti a ciascun mandato.
    Ma la firma non sembra acorrispondere a nessuno dei nomi, quindi potrebbe essere stato un delegato.
    Piero Pontieri

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  23. Un sentito ringraziamento va a te,caro Pierino,che con lavoro certosino stai portando alla luce la nostra storia.Se trovo foto particolari te le mando volentieri.Anche il nostro amato fotografo è un sensibile poeta della vita !Ad maiora sempre!!!
    C. M.

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  24. Dovrei dire molte cose su questo argomento ma mi trovo a Cuba e alcune notizie li ho in Italia devo dirti che forse sono l’unico che possiede la famosa bottiglia con la pallina un altra lo regalata con piacere anni fa Piero autore di questo sito le bottiglie che avevo erano di due periodi e gestori diversi devo dire che la consegna delle
    Bibite avveniva con una carriola il cui autista titolare si chiamava Mastro Gatano altre informazioni te li farò avere quando torno in Italia un abbraccio e continua così Pasquale Esposito

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