U BANDISTA
"U Bandista" ( o" jettabandu") era la persona che, attraverso il pubblico bando, trasmetteva a voce, gridando, le Ordinanze dell'Amministrazione Comunale, comunicazioni, eventi, decisioni o informazioni di ciò che si vendeva in Piazza.
Aveva un ruolo importante nella comunicazione pubblica, in particolare in un periodo in cui la diffusione delle informazioni era limitata e molte persone non sapevano leggere.
In assenza di altri mezzi di comunicazione era l'unico modo per avere informazioni sulla vita del paese; la sua era una funzione sociale.
![]() |
U bandista (immagine da web) |
Ogni paese aveva il suo banditore, una figura caratteristica, dipendente comunale, che, con la sua trombetta e cappello municipale, aveva il compito di "jettare u bandu" ("buttare il bando") e comunicare le informazione che gli venivano prescritte.
![]() |
U bandista (Immagine dal web) |
Oltre alle comunicazioni comunali, aveva anche il compito di offrire il suo servizio ai privati, negozianti, ambulanti, dai quali poi riceveva un compenso a parte, spesso sotto forma di baratto.
Il bandista girava per il Paese e si fermava nelle "POSTE", cioè in punti strategici del paese per annunciare il bando in modo da poter essere ascoltato da più persone.
Le informazioni sulla vendita dei prodotti nella piazza del paese venivano date al mattino, mentre quelle relative a comunicazioni importanti venivano date nel tardo pomeriggio in attesa del ritorno dai campi delle famiglie.
![]() |
La tromba di metallo del bandista |
Una volta arrivato nel punto strategico, il bandista si fermava e suonava la sua trombetta (ricavata da un corno di bue o di metallo) che sollecitava le persone ad ascoltare l'avviso che stava per essere urlato.
Di solito, iniziava così:
"SENTITI BANDU...!!!"
"Ascoltate questo avviso...!
Ascoltato il suono delle tromba, le persone si portavano sull'uscio o fuori di casa per cogliere meglio la comunicazione.
"U bandu" veniva poi diffuso dalle "rughitane", così si informava tutto il vicinato della presenza in piazza di ambulanti che esponevano la loro merce.
Il messaggio veniva urlato in dialetto.
Eccone un esempio:
"Sentiti bandu, a lla chiazza è arrivatu nu camiu e sarde frische a 2 lire u chielu, curriti priestu si nno se criscianu"
"Ascoltate questo avviso, in piazza è arrivato un camion che vende sarde fresche a 2 lire al chilo, affrettatevi perché rischiate di non trovarne più"
Il bandista più famoso fu MICHELE ASTORINO (ZARRETTU), dopo di lui PASQUALE PALLUNE e poi GIUSEPPE GRANDE.
Questi ultimi erano analfabeti, ma avevano un'ottima memoria.
Pasquale, amico del buon bicchiere, era umorista, bandista, necroforo. Si racconta che quando morì un notaio savellese, prima che il corteo funebre arrivasse al cimitero, annunciò dal cancello rivolgendosi ai defunti:
"SENTITI BANDU, CHINE A DE FARE E CARTE CA E' BENUTU U NUTARU!"
"Ascoltate! Avviso coloro che devono fare atti notarili dell'arrivo del notaio!"
Si racconta inoltre che il buon Pasquale, sempre spiritoso e già brillo di buon mattino, incontrò sulla strada principale del paese il maresciallo Abate in compagnia di alcuni amici.
L'euforia e l'incedere traballante di Pasquale richiamò l'attenzione del graduato che, insediatosi da poco tempo nella stazione dei carabinieri, non conosceva il personaggio.
Lo avvicinò e con tono solenne lo ammonì energicamente con la promessa che la prossima volta lo avrebbe portato in caserma e chiuso in cella.
Pasquale, per nulla intimorito, rispose:
"Marescià!!! si me chiuri tu, io u jurnu roppu nieciu. Si te chiuru io, u niesci cchiù".
"Maresciallo!!! se mi metti in cella tu, dopo un giorno esco; se ti chiudo io, tu non esci più"
Il graduato, non conoscendo il dialetto savellese, non comprese la risposta, chiese così spiegazione ai due amici, i quali lo informarono che egli era il necroforo del paese ("u campisantaru").
Saputo ciò, usando un tono più pacato, lo invitò a tornare a casa.
![]() |
Fine anni '50 Da sinistra: - Ferdinando Pontieri (Cardacchio) - ? - Marescaillo Abate - Mimmo Alessio - il papà di Mimmo Alessio |
Per breve tempo, a cavallo degli anni '50/60 ci furono altri due banditori: Luigi u Bandista e Francesco Torcasso "Sganzarru", ma poi, cambiate le condizioni, i bandi non furono più necessari.
![]() |
Anni '60 Bar "e Peppe" al Villaggio Pino Grande. Primo a sinistra: "Luiginu u Bandista" (Foto fornita da Vincenzo Mazzei) |
![]() |
Francesco Torcasso "Sganzarru", l'ultimo bandista |
Personaggi, aneddoti umoristici e curiosi, storie minori che ricordano la vita semplice di un paese. Altri tempi!
I cambiamenti sociali, la televisione, internet, il telefonino. il tempo hanno modificato comportamenti, hanno cancellato figure e professionalità. Custodire la memoria, al netto della nostalgia, deve aiutarci a ricordare chi eravamo, da dove siamo venuti e a trasmettere quanto più è possibile alle future generazioni.
E altri tempi!!!!
RispondiEliminaP. E.
Grazie Piero,Bei Ricordi da Ragazzo
RispondiEliminaGiuseppe
Ciao ricordo anch’io I bandista. Altri tempi quasi sembrano irreali
RispondiEliminaAl solito molto bello. Grazie!
RispondiEliminaFrancesco C.