LA PRIMA RICHIESTA

Continua la preparazione dei nostri futuri sposi: Maria e Pietro. 

Anche in questa occasione i preparativi e la cerimonia non sono affatto banali.

E' giunto il momento di fare la Prima Richiesta che viene fatta il sabato che segue il giovedì del Giuramento.

Questo atto consiste nella richiesta delle pubblicazioni al Sindaco quale Ufficiale di Stato Civile.

La cerimonia inizia a casa dello sposo, il quale, con parenti e amici si reca a casa della futura sposa che riceve e subito indossa dei doni tradizionali: "a succanna" (1) e un paio di orecchini.


 Succanna e orecchini. Gli ori della sposa.


Espletate le formalità, il Sindaco avverte gli sposi che hanno 180 giorni di tempo per celebrare il matrimonio. Una pioggia di confetti  raggiunge la coppia come segno di buon augurio. 

In questa occasione il Sindaco riceve "un antico omaggio": una bottiglia di liquore, confetti, biscotti.

Ritornati a casa, si festeggia con dolci e liquori, poi la cerimonia viene sospesa per essere ripresa la sera con balli fino a tarda sera. 

Prima del saluto i parenti dello sposo ricevono altri doni: alle donne "u rituortu" (2), agli uomini "maccaturi catanzarisi" (3).


Giovani pacchiane anni 2000 - Alcune indossano "succanna" e orecchini
.

Il giorno seguente, la domenica, il Parroco leggerà le pubblicazioni avvertendo i fedeli di denunciare eventuali impedimenti che potrebbero ostacolare il matrimonio.

Gli sposi non saranno presenti alla cerimonia perché non sarebbe di buon augurio.

In attesa dei riti conclusivi del matrimonio, i futuri sposi saranno impegnati alla preparazione di ciò che servirà alla futura famiglia. 

Maria completa il corredo, ricama le lenzuola, le federe, le tovaglie; su ogni capo ricamerà le iniziali del suo nome e cognome

I suoi genitori si preoccuperanno di completare la casa, dote indispensabile per gli sposi. La completeranno con i mobili per la cucina , per la stanza da pranzo,  per la camera da letto (soltanto comò e comodini). A tutto ciò vanno aggiunti i vari utensili ( detti "scierpi") (4): sedie, stoviglie, recipienti di rame ecc...

Il padre di Maria recupera dal soffitto i vecchi "tavuluni" ( tavoloni con spessore 5/6  cm) del noce abbattuto quando lei è nata e li consegna al falegname per la lavorazione.

Anche il futuro sposo, Pietro, ha il suo bel da fare, oltre al lavoro deve preoccuparsi:  del suo vestito di panno nero, del vestito della sposa da far confezionare, della sua parte di mobilia ( spetta a lui fornire il letto e l'armadio, nonché la lana necessaria per riempire i materassi).

Per la preparazione di tutto ciò occorrono settimane e mesi, finché non si arriva alla settimana che precede il matrimonio che è la più movimentata.


Sposi 1926 - Foto G.B. Maone



Visto che si parla di matrimonio cito un proverbio ad esso inerente:

"A PRUMINTARE E A NU' DDARE,
UN CCE RESTANU FIGLIE E MARITARE"

PROMETTI E NON DARE NIENTE,
COSI' LE FIGLIE NON RIMARRANNO ZITELLE

Prometti molto e dai poco così, risparmiando, riuscirai a sposare le tue figlie.
Ciò è perdonato a chi deve sposare le figlie, ma non a persona onesta e di carattere.



RICORDATE ALTRI PROVERBI INERENTI AL MATRIMONIO?
SCRIVETELO NEI COMMENTI.

Da oggi anche su Facebook: Storie di Savelli !!!





Nota 1) - Succanna: collana d'oro fatta artisticamente a chicchi da orefici locali, molto usata a Savelli come regalo di nozze. Composta da 20 o 24 "coccia" (chicchi) dalla grandezza di una piccola oliva.

Nota 2) - Rituartu ( rituortu) : copricapo bianco delle donne in costume savellese.

Nota 3) - Maccaturi catanzarisi: Fazzoletti di seta di grande formato, a bande o a quadroni diversamente colorati e si regalano esclusivamente in questa occasione. Vengono così chiamati perché li forniva una celebre industria di seta di Catanzaro,

Nota 4) - Scierpi: cose utili per la casa.

Commenti

  1. Grazie ancora sono contento che sono fra i tuoi contatti privilegiati, grazie al tuo impegno e passione ci fai conoscere gli usi e costumi del nostro amato Savelli. Grazie con stima e affetto.
    Gino M.

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  2. Come era bello allora. Si era felici di piccole cose.

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