LA SETTIMANA CHE PRECEDE IL MATRIMONIO

Inizio anni '50 - Foto della Prima Richiesta- Sposi Pontieri/Tallarico con parenti ed amici.


Dopo l'adempimento della prima richiesta (pubblicazioni degli atti del matrimonio), gli sposi si devono dedicare alla preparazione della futura casa e a tutti gli adempimenti che la forma e la tradizione richiedono.

Finalmente i futuri sposi, Maria e Pietro, sono arrivati alla settimana che precede il loro matrimonio e quindi devono mettere a punto le ultime cose. Entrambi, e non solo loro, hanno dei riti da seguire. 

Il giovedì, in un forno pubblico, si prepara il pane per le nozze dopo che lo sposo ha fornito il grano necessario. 

Alla panificazione provvede la sposa: oltre al pane comune si fanno anche i "muccellati" (buccellati) (1).

I "muccellati", in questa occasione "giganti", vengono preparati dalla futura sposa, dalla suocera, dalle cognate o dai parenti.


Dopo cotti, vengono disposti in grandi cesti di vimini addobbati con una tela cerata, "a mpiciata". Per la sposa viene preparata  una "pitta" (focaccia morbida) e "una cropa"(buccellato con confetti). Oltre a ciò la suocera prepara un gran vassoio coperto da un grande e sgargiante fazzoletto di seta. Dentro il vassoio trovano posto i finimenti d'oro che lo sposo dona alla sposa. Quando tutto è pronto si raggiunge la casa della sposa.

Poiché la tradizione vuole che gli sposi debbano mettere piede nella loro abitazione soltanto la sera delle nozze, sono i parenti a mettere in ordine i mobili e il letto.

Nel frattempo due congiunte degli sposi, una per parte, invitano parenti ed amici ,("avvisanu i parienti"), ad intervenire al matrimonio che si celebrerà la domenica successiva. L'invito è per tutti, parenti, amici, conoscenti. Non accogliere l'invito può provocare offese e risentimenti.

Un nostro proverbio dice:

" Alli muorti se curra, alle feste se 'mbita"

"Ai lutti è doveroso partecipare, alle feste bisogna essere invitati"

Il venerdì che precede il matrimonio non viene compiuto alcun atto perché è di cattivo augurio.

Il sabato i familiari completano i preparativi mentre gli sposi si recano in chiesa per la confessione

Si completa il letto degli sposi con le migliori coperte e lenzuola. Finiti gli addobbi, incominciano ad affluire gli invitati che, a seconda delle loro possibilità, mettono i loro doni sul letto. Portano vassoi con uova, grano, sale e denaro. I primi tre doni sono il simbolo della fecondità, dell'abbondanza e della sapienza che si augurano alla nuova famiglia che si sta formando, mentre le banconote di denaro vengono appuntate con degli spilli ai cuscini. Delle pietre di sale, nascoste nei nuovi mobili, terranno lontano il malocchio...

Anni '60 - il letto degli sposi. Non mancavano le banconote, allora le vecchie Lire. 

La famiglia dello sposo intanto provvede a portare nella nuova casa le provviste annuali: grano, olio, legumi, salami, formaggi ecc...La sera, jacchera (fiaccolata) (2) verso la casa della sposa per portare i doni nuziali. Le portatrici, in apposite ceste, recano alla sposa l'abito nuziale, un costume di pacchiana  ben rifinito e riccamente ornato che verrà indossato l'indomani. 

Costume savellese (Foto G.B. Maone)

Ai familiari
di lei lo sposo regalerà un paio di scarpe ciascuno; mentre i familiari daranno alla sposa degli oggetti d'oro: alcuni fili d'oro, un fermaglio da mettere sul corpetto, degli anelli ed una spilla per fermare "u rituartu" (copricapo bianco) alla testa.

Orecchini di Gala delle nostre nonne, peso 20 grammi ciascuno.
(Foto G.B. Maone)

La sposa ricambia donando ai congiunti dello sposo: due camicie per ogni paio di scarpe ricevuto;  due "rituarti"(copricapi bianchi) e un corpetto ciascuno, alla suocera e alle cognate:

La sera balli e musica fino a tarda notte in attesa della domenica, giorno del matrimonio.



Nota 1) Muccellati: pani biscottati a forma di corona, confezionati con farina di majorca, qualità nostrana di grano tenero. Si confezionavano anche a Capodanno e a Pasqua. Per le nozze ne venivano confezionati di grandissimi.

Nota 2) Jacchera: torcia fatta con stecche di resine di pino.

Commenti

  1. È bello rievocare la storia di Savelli, quanti bellissimi ricordi!!!!grazie Pierino.

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  2. Bellissimi ricordi. Non so se adesso rispettano le tradizioni... con tutte queste convivenze. Complimenti vivissimi per la documentazione, anche fotografica. Tonino Arabia

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  3. Bellissimi ricordi, complimenti Piero.
    Ernesto

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  4. Grazie Piero a "iacchera" una volta si usava anche perché non c'erano le vie illuminate. si usava anche quando si faceva il fidanzamento ufficiale.
    Gino Manfredi

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  5. La promessa di mamma e papà, bellissimo ricordo e bellissime storie continua sempre così a farci rivivere e mantenere sempre vivi i ricordi del nostro passato. Grazie Piero.
    Mena Tallarico

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  6. Ciao Pierino!! Sono Maria Gabriella Anania, Lella, cugina di Pierino...Mi ha dato lui il tuo contatto,voglio farti i complimenti per la bellissima iniziativa ricordi savellesi. A mio avviso dovreste fare anche una mostra a Savelli. Intanto mi complimento con te, ho già due foto/ricordo. Una è quella del mio bisnonno paterno e una pubblicata di recente con la promessa di matrimonio dei genitori di Pierino,che mi ha permesso di vedere il mio papà giovane, il secondo inginocchiato a partire da sinistra e mio zio materno Vincenzo, il giovane in piedi alla destra. Inoltre in una foto del 2021, il mio bisnonno materno, con in mano grappoli d'uva,che imprestava il suo carretto ai compaesani. Un caro saluto,se vuoi contattami su fb, Lella

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