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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

"i Ferzari"

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La  "F erza" (la farsa),   manifestazione tipica del periodo di Carnevale era organizzata da un gruppo di amici, i " F erzari" che, per l'occorrenza, con vecchi vestiti addosso e con una "banda musicale" molto semplice, allietava le piazzette dei rioni con stornelli disinvolti.  Ciò attirava l'attenzione delle persone che seguivano con interesse la manifestazione. Ma chi erano " i F erzari"  ( i "cantastorie")  ?  Nei miei ricordi di bambino/ragazzo non posso non richiamare alla memoria  Domenico As torino (Zarrettu), uno degli ultimi " f erzari" ,   che con  la sua banda si esibiva  in tutti gli angoli del paese e che io seguivo durante le sue "stornellate" . E' stato l'animatore della  " F erza"  nel secondo dopoguerra fino agli anni '50. Si vestiva da rustico campagnolo e calzava le  "calandrelle" (1)  ( scarpe di cuoio di maiale).  Anni'50 - Domenico Astorino, col s...

A FERZA

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Il  Carnevale nel nostro paese, una volta, aveva dei riti molto particolari che meritano di essere ricordati per i suoi aspetti un po'complessi ma divertenti. C'erano:  - Il Carnevale degli adulti che culminava con una rappresentazione nelle piazzette del paese , "A F erza" ( farsa) (1) , e quello dei ragazzi che andavano in giro per le case per recuperare qualche dono. -  L'allestimento della  " Vuolica" (l'Altalena) all'aperto e nei "catoja" (nelle cantine) (2) ; - La costruzione di un rozzo strumento musicale, "U zuchi" (3) , con materiale di recupero. Adesso che anche il costume tradizionale è scomparso,  la festa offre solo l'occasione a  qualche ragazza di indossare l'abito di "pacchiana" (4) , ereditato dalle nonne, per un'estemporanea esibizione. Gli altri aspetti sono nei ricordi delle persone diversamente giovani. Andiamo con ordine e e cerchiamo di raccontare il Carnevale di una volta.. ...

I MULINI DI SAVELLI

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Nel raccontare la storia di Savelli si parla spesso di terre, di occupazioni, di emigrazione, però non si può non ricordare quanti, con spirito di iniziativa, con determinazione, con volontà, hanno dato al paese un'immagine di laboriosità e di imprenditorialità.  Il detto su SavelIi "ASSAI MULINI E POCU GRANU" (tanti mulini e poco grano)  ne è la testimonianza. La costruzione di mulini ad acqua  vicino alle sponde dei fiumi, sfruttando la forza motrice dell'acqua, in zone non sempre agevole da raggiungere, la dice lunga sull'intuito e sulla volontà di lavorare dei nostri avi.  Bisogna ricordare che l a zona nelle vicinanze del paese allora era molto ricca di  sorgenti .   Per macinare il grano si andava col sacco di grano ai mulini e si tornava col sacco di farina con l'asino o a piedi. Per coltivare il grano, invece, i contadini sfruttavano quelle poche zone pianeggianti vicino al paese, oppure si recavano presso i territori collinari vicino a V...

SCAMBIO...DI CORTESIE FRA PAESI

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Un tempo  il paese  racchiudeva un popolo e in esso si identificava. Il senso di appartenenza era molto forte e ognuno si sentiva in dovere di difenderlo, a volte, oltre ogni ragionevole misura. Insomma c'era un campanilismo esagerato. Per rimanere al nostro territorio basta ricordare le partite di calcio di una volta che, seppur semplici amichevoli, diventavano momenti in cui il confronto sportivo c'entrava poco. La "rivalità"  che c'era fra i paesi ha indotto il popolo a scambiarsi delle "cortesie in rima" con frasi non sempre cordiali che sono rimaste proverbiali e durano ancora nel tempo. Le brevi rime, che saranno citate, vogliono rimarcare le presunte "caratteristiche del paese o degli abitanti". Queste spesso venivano e vengono tuttora ripetute fra amici per prendersi scherzosamente in giro.     Ecco le rime riferite agli abitanti dei paesi vicini: Cerentinisi chiappi e 'mpisi (1) vattiati a nu timpune ccu capu nu curzune. Abit...