A BIFANIA (poesia di G.Gentile)

Questa poesia, dedicata alla festività dell'Epifania (qui la descrizione delle tradizioni savellesi), è stata scritta da Gino Gentile nel 1962, la prima parte è quella tramandata oralmente attraverso la tradizione popolare. Il resto è stato completato dall'autore che cerca di ricordare nella sua lirica le abitudini e le credenze popolari. 

Nel camino i bambini mettevano le calze
nella speranza di trovare doni graditi.

Nella foto: Fortunato Pontieri ("Grillu") e sua moglie Chiarina
(genitori della maestra Pontieri)

A BIFANIA 

Stasira ch 'è lla sira a Bifania 

'nsuonnu me vena la fortuna mia,

s'è de malu, nu jume currente

o puramente na spina pungente,

 s'è de buonu, na tavuta parata, 

 o sinnoni na vigna carricata,

è puru buonu n'uortu ccu foglie,

vaju e mi lle cuogliu ppe lle voglie.

Vename nsuonnu fortuna mia,

riciame a veritate e ccusssisia.


A sira  a Bifania all'acqua un se vari,

ca curra r'uogliu ppe chine u llu sari,

si chine u sari, l'uogliu vo pigliare

cce resta muortu; ca vulia tentare.

A sira ra vijilia a Bifania,

sempre m'arricurdava mamma mia,

ca l'animali s'au de abbuttare,

si u be vuliti fare jistimare.

E' cuntentizza ppe lli quatrarielli

ntra ciminea, mintanu i quazettialli.


Ccu lla matinata se risbigliavanu 

e ntre quazettialli vau  r-divisanu.

chine cce trova ficu e portugalli

e chine è riccu, rigalicchi bialli,

chine cce trova soldi e torroni

e chine puru cindara e carvuni.

I randi ch'i suanni s'arricordanu

unu ccu l'atru tutti si le cuntanu,

chine cce crira si le tena a mente

e chine no, ullinde m'porta nente.

(Gino Gentile - 1962)


L'EPIFANIA

Stasera che è la sera dell'Epifania

mi viene in sogno la mia fortuna,

se è buona, sognerò una tavola ben imbandita,

o una vigna  con uva abbondante,

oppure un orto pieno di verdure,

così posso raccoglierle per soddisfare i miei desideri.

Vienimi in sogno oh mia fortuna,

dimmi la verità  e così sia,


La sera dell'Epifania non si deve andare a prendere l'acqua,

perché dalla fontane esce olio, per chi non conosce questa leggenda,

chi la conosce  e vuole prendere l'olio,

rischia di morire,

La sera della vigilia dell'Epifania, 

mi raccontava sempre mia madre,

gli animali devono mangiare abbondantemente,

altrimenti maledicono i padroni.

E' una sera felice per i bambini 

perché mettono le calze nel camino.


I bambini, la mattina della festa, si svegliano presto

per andare a vedere le sorprese che ci sono nelle calze,

chi può trovare fichi e arance,

chi può trovare regali interessanti,

chi può trovare soldi e torroni,

chi può trovare cenere e carbone.

Gli adulti che ricordano ciò che hanno sognato, 

si raccontano fra di loro i sogni,

 c'è chi ci crede e ricorda i sogni,

e chi non ricorda perché non gliene importa niente.


La vigilia dell'Epifania tutte le "rughe"(i rioni), così come a Natale e a Capodanno,
 preparavano "a Focara" (il falò).

(Il bozzetto di Gino Gentile vuole ricordare il falò nella sua "ruga", alla "Conca d'Oro").


A TUTTI AUGURI DI BUONA EPIFANIA.

Commenti

  1. Dobbiamo sognare queste tre cose una vignia carricata una tavola apparecchiata o una sposa maritata e il sogno fortunato ciao
    Teresa Ausilio

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  2. Questa filastrocca è inquietante!
    Se sogni una roba brutta resti fregato per tutto l 'anno!
    G. P.

    RispondiElimina

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