LA LEGGENDA DI SERÀPIDE
I nostri antenati raccontavano spesso favole, aneddoti, storie accadute nel nostro paese. Il territorio silano ricco di anfratti, di caverne profonde, di luoghi impervi si prestava a fare da cornice ad aneddoti che possono considerarsi verosimili. Non mancano i riferimenti a briganti nascosti in profondi cunicoli, a caverne dove sono stati nascosti tesori ecc...
A tutto ciò vanno aggiunti racconti con evidenti riferimenti mitologici i cui risvolti hanno raggiunto anche le zone interne del nostro territorio. Uno di questi racconti si riferisce alla "leggenda di Seràpide" forse non conosciuta da tutti e, quindi, vale la pena leggere.
Il racconto si riferisce ad un luogo ben preciso: il fiume, o meglio il torrente Senapìte che divide il territorio di Verzino (KR) da quello di Savelli (KR).
Il percorso di questo torrente attraversa paesaggi rocciosi, unitamente a gole frequentate, prevalentemente, da pescatori locali e da qualche escursionista. Su questo torrente insiste il ponte di Senapìte che crea un collegamento fra le due sponde sulla strada provinciale 53, Savelli -Verzino.
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Sepapìte. Lungo il percorso s'incontrano ambienti naturalistici molto interessanti. (foto dal web) Senapite Le gole lungo il torrente (foto dal Web) |
La leggenda di Seràpide e di Idolo narra di due ingenui pastorelli che pascolavano le loro greggi nelle località Casazze, Marina e Renzo, distanti da Savelli qualche chilometro.
Gli sguardi che si scambiavano continuamente, pian piano, facevano crescere il loro amore.
La cosa non piacque ad Ate, la dea della discordia, che subito si adoperò per rompere l'idillio.
Chiamò il giovane Idolo e lo convinse che la sua Seràpide si era invaghita di un altro pastorello.
Il giovane, inesperto e ingenuo, cadde nella trappola della Dea e, senza riflettere, si rivolse a Giove, divinità per eccellenza, Dio della luce. del cielo, dell'ordine, del matrimonio, con queste parole:
"Tu che scateni le calamità, le tempeste, che raccogli i nuvoloni e scagli i fulmini; Ascolta la mia preghiera! Fa' ch'io venga tramutato in sasso, perché la mia Seràpide mi ha tradito e ha rotto il patto d'amore. Senza di lei non posso vivere e non voglio più rivederla".
Giove, dall'alto Olimpo sede di tutte le divinità, individuò il luogo da cui provenivano le strazianti richiese e decise di mettere fine alle sue pene. Con un suo cenno tramutò il ragazzo in un monte alto e panciuto.
Seràpide, non vedendo il suo amato da diversi giorni, si mise a cercarlo gridando il suo nome, Idolo.
Vagando per tutto il territorio dove era solita pascere i suoi armenti, incontrò Ate che, sghignazzando, le chiese:
"Cerchi certamente il tuo amore, ma non lo troverai perché ha mutato il suo aspetto e non lo potrai più accarezzare", e indicò il monte tutto roccioso.
A tale vista, Seràpide lanciò un lancinante urlo e, con immenso dolore si rivolse a Giove implorandolo:
"Onnipotente Padre degli Dei, Tu che tutto vedi e sai aiutami! Accogli la mia preghiera! Fa' che le mie lacrime diventino un fiume in modo che possano bagnare i piedi del mio adorato Idolo in modo che possa cogliere il mio pianto".
Giove, dopo aver sgridato la dispettosa Ate, impietositosi dall'appello della sventurata e con il consenso di Giunone, sua moglie, la tramutò in fiume così le sue acque, lambendo la montagna, potranno sempre accarezzare le ginocchia di Idolo che potrà percepire il pianto della sua Seràpide.
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1984: Vecchio e nuovo ponte sul fiume Senapìte |
I nomi mitologici di Seràpide e Idolo sono giunti a noi come Senapìte e Lirio e indicano rispettivamente: un fiume e una montagna e si trovano fra i comuni di Savelli (KR) e Verzino (KR).
Questo racconto, sotto forma di poesia, si trova nella raccolta "Aiole Fiorite" di Giuseppe Tallarico, edizione CCLC. (2)
Nota 1) - Francesco Mario Gualtieri: scrittore, poeta, giornalista nato a Savelli nel 1898. Andò in Canadà dove si laureò in inglese: Ritornato in Italia si dedicò all'insegnamento pubblicando grammatiche, vocabolari e antologie di lingua inglese: Morì a Genova nel 1975
Nota 2)- Giuseppe Tallarico: nato a Savelli nel 1915, ha vissuto a Roma dove ha lavorato. Cavaliere della Repubblica Italiana, combattente della II Guerra Mondiale, decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Alla sua raccolta di poesie "Aiole Fiorite" é stato assegnato il 3° premio ex-aequo del Concorso Nazionale di poesia dedicato alla "Mamma" nel 1992, organizzato dalla Casa Editrice "Carello" (CZ).
Bel racconto. La mitologia classica ha navigato i secoli e riaffiora spesso nelle storie orali raccontate intorno al focolare.
RispondiEliminaOra la TV ci cattura e siamo solo ascoltatori muti e passivi.
Cari saluti
C. D.
Leggenda davvero commovente!
RispondiElimina( Lirio però deriva da iride per i frequenti arcobaleni che lì si formano)
f.ch.
Fantastica narrazione. Tutto sempre per colpa di quel mattacchione di Giove.
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