LA RELAZIONE DEL POLLIO (pt.2)

"...Il desiderio del vigneto e dell'orto diventò una febbre ed il piccone continuò a macinare sassi,
ad attaccare in pieno zone scoscese... Per correggere le forti pendenze del terreno fu necessario un lavoro titanico di muri su muri, di pietre a secco... nel quale i nostri avi bagnarono di sudore ogni benché minima zolla di terra... Per chi voglia farsene un'idea non ha da far altro che guardare il territorio di Savelli da Castelsilano... ".
(Pericle Maone)

Panorama Savelli visto da Castelsilano

Nel riprendere il racconto della storia di Savelli ricordo che dal 1746 al 1761 Savelli fu compreso nei beni della Regia Camera Borbonica perché il Feudo era stato tolto ai Cortese per cattiva gestione.

Dal 1762 fu affidato al Sig. Nicola Barberio - Toscano di San Giovanni in Fiore. Prima di fare questo passaggio di vendita fu necessario verificare come fossero (erano) costituiti i due feudi, quello di Verzino e quello di Savelli.
L'incarico fu affidato all'Ing. Tavolario della Real Camera, Giuseppe Pollio (1), che venne a Savelli per redigere l'apprezzo (l'inventario). Il suo compito era quello di fissare il prezzo delle cose immobili e di determinare la misura dei fondi urbani e rustici.
L'ingegnere fa una descrizione dettagliata del paese, del suo territorio e dei suoi abitanti.
Ritengo opportuno proporla integralmente perché una sintesi potrebbe alterarne l'efficacia. Per rendere la lettura più agevole ho pensato di dividere la relazione in due parti: 
  • una parte demografica/ambientale, in cui si parla più del territorio e di come si presentava il paese (che trovate nel precedente articolo); 
  • una parte antropologica, in cui si parla degli usi, dei costumi e di come vivevano le persone che verrà trattata in questa pubblicazione.
Nel 1760 il  POLLIO descriveva così usi, costumi e attività del nostro paese:

Tutte quasi le dette genti sono massari, bracciali e falciatori delle campagne, con che si procacciano da vivere, sebbene ciascun tiene alcuna casetta, vigna ed orto; per le quali ne pagano il casalinaggio ed il censo al Barone, e non vi è gran povertà e miseria, stante così uomini come donne attendono di continuo alle fatiche, tra esse vi sono alcune famiglie civili, come quella Caligiuri, Natale e famiglia Grande, vi è un Dottore in  Medicina e un Notaro, due mastri sartori, e quattro mastri scarpari.

Alcuni parimenti si applicano all'industria delle masserie di campo e qualcheduno alla mercanzia di capre.

- 1979 - "Petturinu" con il gregge.

Le donne parimenti sono massare e da bene, che applicano a filare e tessere tele di lino e panni di lana e a far calzette, pezzillo e cuscinerie 

1999 - " A Campanise" che fa le calze di lana ai ferri

e la maggior parte del tempo della raccolta anco vanno alla campagna, tengono alcune famiglie di animali negri (maiali), vaccini, caprini pecorini, più o meno secondo le loro facoltà 
con arrivare presentemente il numero de' loro animali a circa pari 60 di bovi atti all'aratro, 200 vacche, 2 cavalli, 6 giumente, 100 somari, capre circa 1200, pecore circa 600 e circa 100 animali negri (maiali).

La detta gente è di buon aspetto, con colore nel volto, vene sono di lungh'età tanto uomini quanto donne, forti e robusti, vanno essi calzati con scarpe così uomini come donne, giusta la loro condizione 

La foto penso risalga agli anni '40
Chi non aveva la possibilità usava come scarpe "e calandrelle",  sandali di cuoio di maiale.
Venivano chiamate anche "purcine"

vestono di panno ordinario quelli dozzinali e quelli di migliore condizione e di migliore facoltà vestono di panni più fini.
Bozzetto - Antico costume maschile savellese
 
Anni'40/50 inizi  - Giuseppe Chiarello "Mustazzu"


Le donne quasi tutte portano in testa tovaglie bianche, tengono li loro vezzi di oro e di argento, ciascuna giusta la loro facoltà, gli uomini portano il cappello e chi la coppola, nel dormire  alcuni tengono il saccone di paglia ed altri di linaccio ed alcuni materazzi di lana.
Le loro case sono ammobiliate giusta la loro possibilità e condizione. 

Anni 2000 - Ultima donna savellese in costume

Il casale (Verzino e Savelli) viene regolato e governato nello spirituale dal Vescovo della Città di Cariati e nel temporale da un governatore che viene eletto dal Barone.
L'Università (Savelli) è regolata da un Sindaco e da due eletti, che si eliggono con le stesse prerogative come per la terra di Verzino.
Li medesimi tengono i loro Cancellieri per lo registro di quello che occorre e detti ufficiali attendono al buon governo così de' viveri come di ogni altra cosa a ben mantenere il suddetto casale. 
(Il Sindaco e i due Eletti, nella terra di Verzino, venivano eletti dai cittadino il 1° maggio in pubblico parlamento, precedenti pubblici bandi e fatta l'elezione di tre persone con la nota del numero dei voti che ciascuna di essi aveva avuto, si mandava al Duca, il quale aveva il ius di eleggere uno dei detti tre per Sindaco e li altri due restavano per Eletti, potendo detto Duca far restare Sindaco qualsiasi di detti tre, quantunque avesse avuto minori voti degli altri due)

La maggior parte di detta gente si serve del pane, olio, vino, formaggio, salami, carne, ed altri viveri e commestibili da una bottega che sta poco distante dalla Chiesa Madre, nella strada principale di detto casale, dove pubblicamente vendesi ad ognuno ciocchè li bisogna, tagliandosi carne di animali pecorini e qualche volta vaccini ch'è tutta di buona qualità ed a buon prezzo; e taluni poi si fanno il pane in casa propria che vanno a cuocere nei forni pubblici a numero di quattro, che descriverò, né al Barone redenti e tengono anche delle provviste per lor uso e comodo così del vino, olio, formaggio, come di ogni altro bisognevole giusta la loro possibilità, non vi è ius prohibendi (diritto di proibire determinate attività) per tali generi e anche vi è il comodo della neve in tempo estivo, che si vende nella stessa piazza.
Si servono dell'acqua delle fontane convicine, che abbondantemente ve ne sono così intorno l'abitato, come in tutto il territorio.
In detto casale non si fa alcuna fiera o mercato particolare, ma si servono delle fiere convicine, come quella di San Marco di Corigliano, quella della Beata Vergine detta della Schiavonea che si fa nella stessa terra di Corigliano, quella di San Janni in territorio di Santa Severina e quella della Ronza in territorio di Campana e nella terra di San Giovanni in Fiore nel giorno di san Giovanni Battista, nelle quali fiere e mercati concorrono tutti i cittadini di detto casale a vendere bestiame, latticini e a provvedersi di panni per vestimenti di lino ed ogni altro loro bisognevole. 

Anni 2000 - Fiera degli animali a Verzino

Non manca nel distretto di detto casale ogni sorta di caccia, siccome anche di pesce nei fiumi convicini, ove sono delle trotte ed anguille, potendo ognuno andare a pescare senza licenza e pagamento alcuno al Barone od ad altro chicchesia, ed oltre a ciò anche si portano in detto casale dei pesci del mare, che vengono dalla marina di Cirò e Rossano e specialmente nei tempi di autunno e primavera.
Vivesi tra cittadini a catasto, e non a gabella, facendosi ogni anno la tassa dell'onciario (1) per aes et libram (2) a fine di pagare la Real Corte e pesi forzosi, sebbene gli attrassi antichi non van in corrente alla Real Corte.

Inizi anni '30 - Battuta di caccia al cinghiale


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nota n°.1- Catasto Onciario :Nel Regno di Napoli, al tempo dei Borboni, il catasto era detto onciario, perché si pagava in monete dette once.
nota n°.2- Aes et libram: Con denaro e bilancia. Modalità di estinzione di un debito mediante la presenza di cinque testimoni e un curatore che recitava alcune formule prestabilite ritenedo quindi il debitore libero da ogni impegno.

Commenti

  1. [30/4, 13:06] Franco Chiarello Seveso: Un vero gioiello la descrizione del Pollio!
    [30/4, 13:16] Franco Chiarello Seveso: Il signore con le calandrelle è il nonno materno (gli assomiglia) dell'ex sindaco Rusaru e Vrusciamundu*. La foto (o una delle foto) originale ce l'ha mia sorella a Savelli.
    * a buonanima e Rusaru, morto qualche mese fa all'età di 97 anni, era mio cugino (suo papà era fratello di patrimma).Franco Chiarello

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  2. Bellissimo tutto. Grande lavoro. Grazie infinite.
    Sto leggendo un altro libro scritto con un linguaggio simile e ci sto provando tanto piacere.

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  3. I Savellesi a quei tempi hanno dimostrato una grande tenacia, a rendere i nostri territori coltivabili e vivibili. Fino agli anni 60/70 possiamo dire che Savelli ha "tenuto botta" ma poi il declino l'abbandono quasi totale del nostro amato Paesello. Mi sento anch'io responsabile e poco sensibile x evitare lo spopolamento. Forse nel creare posti di lavoro nell'attività che il mio buonanima padre aveva creato...posso dire anche che le istituzioni ... tutte... non mi hanno reso la vita facile.

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  4. Le foto sono poesia
    Antonio Tallarico

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  5. Grazie per il contributo, per le precisazioni e per i complimenti.

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  6. Tutta la povertà del Sud è derivata dalle vendite dei feudi, con il conseguente utilizzo dei ricavi nella capitale, Napoli.
    Vincenzo

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