DA SANATORIO A VILLAGGIO TURISTICO
Il villaggio turistico Pino Grande, frazione di Savelli, è situato a circa 4 chilometri dal paese a 1100 metri di altitudine.
E' formato da circa 250 ville familiari costruite da privati su terreno acquistato dal Comune.
Tale territorio è parte integrante del Parco Nazionale della Sila.
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Villaggio Pino Grande Savelli 2 ![]() |
Prima degli anni '60 questa località veniva chiamata Sanatorio.
Scopriamo perché.
La presenza di acqua, l'aria pura, il clima asciutto hanno offerto l'opportunità di sfruttarne le potenzialità.
In questo contesto fu istituita una colonia climatica per fini terapeutici. Questa struttura accoglieva i bambini gracili o con problemi polmonari.
Questi ambienti, creati all'inizio del '900, venivano chiamati Sanatori.
La bontà del clima, nel 1912, ha indotto la Direzione Generale della Sanità a scegliere la località: "Praticiellu", vicina al nostro paese, quale sede di un padiglione per ospitare i bambini calabresi colpiti da malaria.
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Il padiglione che ospitava i bambini malarici |
La struttura, sorta a pochi chilometri dal paese, veniva chiamata appunto Sanatorio per i motivi appena detti. Nome rimasto tale fino agli anni '60, contrada che in seguito si trasformerà in villaggio turistico: Villaggio Pino Grande.
La struttura ospitava 50 bambini, per turni mensili, da giugno a settembre. I pazienti venivano esposti a bagni di sole; sistema utilizzato contro le affezioni della pelle e contro la tubercolosi polmonare.
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1925 Ospiti della colonia presso il Sanatorio 5 1926: Sanatorio antimalarico 6 Sanatorio visto da un'altra angolazione |
Infatti il Sanatorio funzionò fino al 1943 poi, i vandali, l'incuria del dopoguerra e l'abbandono distrussero tutto.
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Colonie al tempo del Fascismo |
Le colonie climatiche o elioterapiche avevano anche lo scopo di curare il rachitismo e, in genere, miravano ad irrobustire il corpo gracile dei bambini appartenenti alle classi più povere e disagiate.
In seguito anche le grandi aziende pubbliche e private promossero questa iniziativa, dando la possibilità ai figli dei propri dipendenti di usufruire di un periodo di cura e di divertimento, in varie località marine e montane.
Verso la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 anche Savelli ha avuto la sua colonia. Infatti ha ospitato presso l'edificio scolastico gruppi di bambini provenienti da Crotone.
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Anni '60: Gruppo di bambini della colonia provenienti da Crotone ospiti presso l'edificio scolastico di Savelli. Sdraiato: Pasquale Barbaro |
Per le mutate condizioni sociali, le colonie, col tempo, perdono la loro funzione assistenziale. La vacanza dei bambini si trasforma in vacanza formativa, dove si fa sport, si coltivano passioni, dove si fanno esperienze mirate alla crescita e all'autonomia (campus estivi).
Del clima salubre, della ricchezza delle acque, del verde del nostro territorio ne dà notizia anche Donnu Peppuzzu il quale, nei suoi scritti, annotava che gli abitanti di Umbriatico, paese poco distante, a causa dell'aria poco salubre, erano tutti "cachettici", mentre quelli di Savelli godevano di buona salute grazie alle condizioni climatiche.
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"U Praticiellu" e tutta la zona circostante, per la gradevolezza di tutto l'ambiente, era molto apprezzato anche dagli abitanti del posto; infatti le scolaresche, a fine anno scolastico, vi si recavano organizzando la famosa "passeggiata scolastica". La meta era il piazzale dell'attuale Villaggio e dintorni che veniva raggiunto a piedi da tutti gli alunni con i loro insegnanti per fare una scampagnata.
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1929: Passeggiata scolastica |
L'abbondanza d'acqua e i prati dove scorrazzare offrivano ai ragazzi l'opportunità di passare una giornata di festa e di allegria. Tutto in piena libertà, dove ognuno si divertiva a costruire giochi con le pigne, barchette con la corteccia dei pini, oppure si giocava con l'acqua del ruscello.
Gli alunni, per l'occasione, portavano la colazione al sacco, dove c'era il meglio che si aveva in casa. Un abbondante pranzo veniva consumato anche dagli insegnanti accompagnato da vino locale.
Il Sanatorio era meta anche di intere famiglie o di compagnie che amavano trascorrere all'aria aperta la giornata di Pasquetta ( U"Pasqualone"). Era l'occasione di condividere le prelibatezze culinarie che le nostre nonne/bisnonne avevano preparato.
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Fine anni '50 Scampagnate al Sanatorio 12 |
Anche La festa dei lavoratori, il 1° Maggio, si concludeva con una scampagnata al Sanatorio. I lavoratori in festa partivano con il pullman dal paese e raggiungevano le diverse contrade ricche d'acqua e lì banchettavano e ballavano.
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Savelli, fin dagli anni '50, per la sua posizione era una meta turistica di molte famiglie che provenivano da: Rossano, Cariati, Crotone, Crucoli, Melissa, Strongoli, Casabona, Scandale, Isola Capo Rizzuto...e alloggiavano, per tutto il periodo estivo, in abitazioni private prese in affitto.
Godevano del verde, delle acque fresche, dell'aria salubre, dei prodotti enogastronomici locali nonché delle ottime relazioni che si creavano con gli abitanti del posto che spesso durarono nel tempo.
Le trasformazioni sociali degli anni 60/70 mutarono il tipo di villeggiatura e il "cambiamento d'aria" diventò vacanza, divertimento, svago.
L'area riservata al "Sanatorio", dove c'era la struttura che accoglieva i bambini gracili é diventata la piazza del Villaggio Pino Grande perché dal 1960 al 1980 ci furono grandi e significative trasformazioni.
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L'acqua ristoratrice di sorgente all' "Urdica". Nella foto da sinistra: - Domenico Chiarello. " Mustazzu" -- ? - Domenico Tallarico " Crastu" - "U funtaniere" |
Stava per nascere il Villaggio Turistico Pino Grande.
L'Amministrazione Comunale di allora lottizzò le contrade "Praticiellu", "Urdica" e "Canalette" e così fu autorizzata la costruzione di 250 ville familiari, ottenne l'allacciamento alla condotta elettrica del Lese e riuscì a completare e ad asfaltare la strada Savelli-Villaggio (1964).
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Il giornale Il Mattino di Napoli, nell'edizione del 26 luglio 1961, anticipava con speranza il progetto che stava per nascere. |
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La struttura, alle spalle del gruppo, per un certo periodo fu gestita dal Corpo Forestale dello Stato. |
L'obiettivo della lottizzazione era quello di rientrare in un circuito turistico che allora si stava sviluppando in Sila e dare anche l'opportunità di lavoro agli abitanti di un paese che l'emigrazione stava spopolando.
La campagna veniva abbandonata, l'artigianato si stava impoverendo, la segheria di Mezzocampo, che dava lavoro a diverse persone, era un ricordo (1953); ed ecco l'idea di lottizzare il "Sanatorio", cioè concedere ad ogni famiglia richiedente un lotto per la costruzione di villette che poi sarebbero state abitate dalle stesse persone.
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Anni '60: Ville in costruzione 22 |
Gli acquirenti provenivano prevalentemente dalla Puglia e da Crotone.
Il costo dei lotti, tenuto volontariamente basso, favorì la costruzione delle ville, infatti l'edilizia, l'artigianato, il commercio trovarono momentaneo sollievo da questo progetto.
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costruzione della galleria del Lese risollevarono, seppur momentaneamente, l'economia del paese.Nel 1966 il Gazzettino dello Ionio, in un articolo del 21/05/66 a pag. 2 titolava:
"Inaugurato il Villaggio Pino Grande a Savelli con la partecipazione del Ministro a i Lavori Pubblici " Giacomo Mancini"
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1966 L'Onorevole Giacoma Mancini suk palco al Villaggio Pino Grande per l'inaugurazione |
Questa è una pagina di storia che avrebbe potuto dare un cambiamento allo sviluppo socio-economico del paese.
Però le grandi economie, la congiuntura del 1969, le condizioni socio economiche particolari del tempo non avvantaggiarono lo sviluppo dei piccoli centri, specialmente quelli di montagna che venivano sempre più penalizzati per l'isolamento, per una viabilità approssimativa, per mancanza di servizi essenziali e per la mancanza di strutture adeguate ai tempi e alle esigenze del turista, che stava diventando sempre più esigente.
Finito il periodo della Galleria del Lese (1964) e del Villaggio riprese l'emigrazione e quindi lo spopolamento, l'abbandono della campagna, dell'agricoltura, dell'artigianato.
Tuttavia, anche se lo sviluppo non è mai avvenuto in pieno, il Villaggio Pino Grande in quel tempo visse un periodo ricco di iniziative e di proposte che raccoglieva l'adesione di molte persone durante l'estate. La presenza significativa di turisti invogliò i commercianti ad aprire alcune attività pertanto l'economia del paese se ne avvantaggiò.
Per un certo periodo fu aperto anche uno sportello dell'Ufficio Postale.
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Negli ultimi anni gli stili di vita sono completamente mutati. Si spera che il desiderio di avvicinarsi alla natura e alla riscoperta della bontà di ritmi più lenti possa rivalutare ambienti finora poco presi in considerazione.
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Piero grazie per questo regalo Nella foto della scampagnata degli anni 50 ci sono i miei genitori. E anche nella foto della amministrazione Spina c è mio padre. Bei tempi
RispondiEliminaElena M.
Un encomio Pierino per l'immane lavoro, che rivelano un amore ed un forte attaccamento alla tua terra natale e grazie per la tua generosità, nel regalarci ogni volta queste preziose testimonianze di luoghi e tempi vissuti dai nostri avi e che, per chi come me, nata in altri luoghi, sono e resteranno preziosi. Anania Maria Gabriella
RispondiEliminaPiero che dire una meraviglia, ti abbraccio
RispondiEliminaR. S.
Grazie! Molto bello e interessante. Buona giornata☀️
RispondiEliminaA. L.
Gent.mo Compare, stamane sono riuscito a leggere le tue bellissime e interessantissime notizie circa il Villaggio Pino Grande, ex Sanatorio. Ho in parte vissuto il secondo periodo, la costruzione delle villette, in quanto mio padre aveva la ditta di costruzioni e ne ha costruito una decina. Ricordo gli anni settanta, d'estate, andavo spesso al Villaggio con la 500 L di color aragosta. Per poter seguire i lavori delle costruzioni, mio padre aveva preso la patente di guida. In quegli anni al Villaggio erano presenti tantissime persone provenienti soprattutto dalla Campania e dalla Puglia e anche da Crotone e Catanzaro. C'erano anche un paio di alberghi, 2 o 3 ristoranti e pizzerie, due bar. Si svolgevano anche tante iniziative ludico musicali e il Villaggio era Vivo. Speravo che avesse un ulteriore sviluppo quando Crotone divenne Provincia, purtroppo le strade sono rimaste come allora, nonostante il Sindaco Spina avesse pensato di far realizzare una strada migliore dal bivio di Mandatoriccio, Campana, Villaggio, Sila Camigliatello. Ora non ci sono più alberghi, né al Villaggio né a Savelli, e bisogna contattare le disponibilità delle B&B. Il mio Cuore ❤ ❤ ❤ è comunque legato al Paesello Natio. Un carissimo saluto 👋 👋 👋
RispondiEliminaA. A.
Buonasera Pietro, complimenti per l'esaustiva descrizione sulla storia del Villaggio Pino Grande, sintetica ma molto efficace e completa. Mi chiedevo se ci fossero dei libri che descrivono la storia con più dettaglio ed approfondimento?. Mi piacerebbe approfondire e divulgare tali informazioni. Saluti Stefano Scarpa
RispondiEliminaBuonasera Stefano.
RispondiEliminaLibri specifici ed esaustivi sulla storia del Villaggio, non ne ho e non ne conosco.
Gli articoli che pubblico si avvalgono della ricerca di notizie trovate sui testi dei vari scrittori, poeti e testimoni della vita savellese, nonché della memoria personale.
Grazie Pietro, sarebbe e sicuramente a te non sfugge, fare un passaggio sulle origini del nome "Villaggio Pino Grande". Saluti Stefano
EliminaSuppongo che il nome Pino Grande derivi da un grande pino che si trovava in mezzo al piazzale.
RispondiEliminaUna risposta più chiara potrebbe darla Filippo Spina, il sindaco di allora, tuttora vivente e assiduo frequentatore del Villaggio durante l'estate.
Saluti
Pietro P.
Ciao scusa ho letto tutto ora .cose interessanti e bei ricordi grazie mille 😘
RispondiEliminaAngela L.
ARTICOLO MOLTO INTERESSANTE MA BISOGNAVA AGGIUNGERE QUALCOSA SUI "PETTIROSSI"CHE QUASI OGNI SERA SI ESIBIVANO AL VILLAGGIO E PRESSO IL BAR LEVATO.
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