U MAJU
Un tempo, per salutare il mese di Maggio, mese dei fiori, le famiglie mettevano all'esterno della porta di casa un mazzo di rami fioriti (U MAJU). Una tradizione sicuramente pagana, in seguito cristianizzata con l'aggiunta di una crocetta di viole.
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Pensavo ad un' abitudine caduta in disuso, ma l'amica Teresa, che mi ha mandato la foto, conferma che la tradizione è ancora viva. |
Un'altra ricorrenza che non si ricorda più, per la scomparsa di massari e di buoi da lavoro, è quella di mettere sulle corna degli animali rami di spino, detti "sbracasci"(1).
Questa usanza è da ricercare nelle credenze magiche, in quanto lo spino aveva il compito di tenere lontani malefici e incantesimi.
Una tradizione che si rinnova è il PRIMO MAGGIO, FESTA DEI LAVORATORI.
A Savelli, un tempo, si svolgeva con discorsi dei vari partiti, un gran corteo per il CORSO (Via Roma), con BANDA, BANDIERE, CARTELLI al canto dell'INNO DEI LAVORATORI.
La ricorrenza offriva l'opportunità di fare una scampagnata, quindi di bere e di mangiare in compagnia all'aperto. Si andava di solito al Sanatorio (attuale Villaggio Pino Grande).
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Foto forse risalente agli anni '60. Potrebbe riferirsi a una scampagnata del Primo Maggio o ad altra ricorrenza. |
Il 3 Maggio, festa della SANTA CROCE, il parroco benediceva i rami di alloro portati dai fedeli. Le foglie benedette venivano conservate per preparare un infuso che serviva a lenire il mal di pancia dei bambini.
" U CIUCCIU CHI U' SS'ABBUTTA U MISE E MAJU, SI LU MANGIANU LI LUPI".
Letterale: L'asino che non si sazia nel mese di maggio (quando c'è tanta erba), viene divorato dai lupi.
Metaforico: L'ingordo è destinato a fare una brutta fine se va a cercare "l'erba" in luoghi poco sicuri e pieni di pericoli.
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"Peppone" anni '80. |
Proverbi, Modi di Dire, Detti ecc.. fanno parte della tradizione orale di un popolo ed aiutano a comprenderne gli usi, i costumi, il modo di pensare.
P. Maone e G.B. Maone li riportano nel loro libro dando anche la spiegazione letterale e metaforica.
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(1) SBRACASCI: dirupi con rovi, sterpaglie, ciglioni cadenti con rovi (Vocabolario di lingua calabrese PARLATA SAVELLESE e DINTORNI di Gino Gentile)
Usanze e tradizioni, che vanno sempre più a terminare, sono cambiati gli uomini, sono cambiate l'esigenza, oggi sarebbe proprio il caso di dire l'abbutti un cridanu i riuni.
RispondiEliminaBellissimi ricordi di gioventù. Peccato vada perso quasi tutto
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